barocco siciliano: Val di Noto on the road

Con questo articolo voglio portarvi alla scoperta di una delle meraviglie d’Italia, il barocco siciliano: Val di Noto on the road è un itinerario che si adatta a quasi tutte le stagioni e, con qualche modifica e accorgimento, a tutti gli stili di viaggio.

dove: Sicilia 
come: aereo + auto a noleggio
cosa: città, arte, cibo, paesaggi, storia
quando: tutto l’anno, ma meglio nelle mezze stagioni 
per quanto: 5 giorni o più
a quanto: circa 500€ a testa (incluso volo e autonoleggio)

Negli anni dell’Università, fine maggio significava fine dei corsi, preparazione per la sessione estiva ma, soprattutto, gita in Sicilia.

Abbiamo inaugurato la tradizione del viaggio siciliano il primissimo anno con un piccolo gruppo di amici, con l’intento di assistere alle rappresentazioni classiche a Siracusa e di scoprire un pezzetto d’Italia che nessuno di noi conosceva ancora. Da allora siamo tornati ogni anno per cinque anni, aggiungendo di volta in volta nuovi tasselli al puzzle delle meraviglie siciliane.
Abbiamo percorso sotto il sole la Valle dei Templi di Agrigento, abbiamo guardato il mare dal teatro di Taormina e passeggiato per le rumorose vie di Palermo ma non ci siamo mai fatti mancare una tappa lì, dove tutto è iniziato e dove è rimasto un pezzo del nostro cuore, a Siracusa.

È da qui che parte il mio itinerario alla scoperta dei luoghi del barocco siciliano, Siracusa è un’ottima base, infatti, per girare il Val di Noto – sì, è maschile, perché è il “vallo” e non la “valle”, ma anche io sono rimasta piuttosto stupita quando l’ho scoperto! 

Vi servirà solo un’automobile (farlo con i mezzi pubblici non è impossibile ma non è neppure comodo, ve lo sconsiglio) e una discreta fame di meraviglie e, perché no?, di arancini! – maschili anche loro, in questa zona della Sicilia.

dove dormire

Per anni noi abbiamo scelto un alloggio defilato dal centro ma in una posizione ottima per raggiungere il teatro greco, l’hotel Teocrito, dato che il motivo principale che ci portava a Siracusa erano le rappresentazioni classiche.

Tuttavia, mi sento di consigliarvi la casa su airbnb che avevamo scelto per quest’anno: nel centro di Ortigia e con una bellissima terrazza per la colazione o i momenti di relax.

l’itinerario in breve

giorno 1
Siracusa

giorno 2
Riserva di Vendicari, Calamosche
Noto

giorno 3
Ragusa
Scicli
Modica

giorno 4
Marzamemi e spiaggia di San Lorenzo

giorno 5
Catania

( + giorni)
Taormina o Etna

giorno 1 

Siracusa

Come arrivare

L’aeroporto più comodo per raggiungere Siracusa è quello di Catania. Io scelgo sempre il primo volo del mattino o l’ultimo della sera precedente per avere davanti una giornata intera. È meglio prenotare in anticipo l’auto a noleggio, perché le pratiche di consegna all’aeroporto di Catania non sono mai rapidissime.

Mattina

Una giornata alla scoperta di Siracusa non può che iniziare con la colazione dei campioni: brioche con granita o con gelato! Se è la prima volta in Sicilia, sarà anche l’occasione per scoprire che all’oratorio ci mentivano e quella poltiglia ghiacciata innaffiata di sciroppo dolciastro non ha nulla a che vedere con la vera granita siciliana.

Ci prendiamo la mattina per passeggiare nelle vie di Ortigia, l’isola collegata alla terra ferma da un ponte che costituisce il centro storico di Siracusa. Ci soffermiamo nella meravigliosa piazza del Duomo e raggiungiamo la fonte Aretusa, godendoci una rigenerante passeggiata sul lungomare.

Pranzo

Nella tarda mattinata, raggiungiamo il tempio di Apollo, anche perché proprio qui accanto inizia il mercato di Ortigia, e un giro tra le bancarelle è assolutamente d’obbligo: i tavoli traboccanti di frutta e pesce fresco, le nenie dei venditori, la folla di locali e turisti che si mescolano in via De Benedictis ricordano i souk, con i loro colori e la travolgente energia.

Dal momento che è ora di pranzo, bisogna fare una sosta alla bancarella del Caseificio Borderi. Il titolare prepara panini traboccanti di ogni prelibatezza lasciandosi trasportare dall’ispirazione del momento e di tanto in tanto offre alla folla assiepata in attesa qualche assaggio, come la tricotta – ricotta cotta al forno e “condita” con limone, olio e spezie – o un bicchierino di vino bianco.      

Scoperto nel 2012, non l’abbiamo più mollato. Il top è tornare qui l’ultimo giorno e farsi preparare un panino da mangiare in aeroporto, per lenire la tristezza del rientro.

Prima di lasciare il mercato, altra tappa obbligatoria è il negozio dei Fratelli Burgio, dove fare incetta dei souvenir che contano, come pomodorini secchi, pesto di pistacchio e cipolla in agrodolce. Il tutto in boccacci low-cost friendly da 100ml l’uno!

Poi, se sviluppate una dipendenza da questo posto come è successo a noi, sappiate che li trovate anche all’Artigiano in Fiera e che, in ogni caso, hanno uno store online che spedisce in tutta Italia!

Pomeriggio

Siamo in Sicilia, sole e caldo fanno parte dell’esperienza. È per questo che, col sole a picco, ci dirigiamo verso l’area della Neapolis per visitare le ricchezze archeologiche dell’area, racchiuse in un unico parco. 

La chicca è l’orecchio di Dionisio, una grotta scavata nella parete rocciosa, a forma di orecchio. Secondo la leggenda, il tiranno siracusano Dionisio conduceva qui i suoi oppositori politici e ascoltava i loro discorsi, scoprendo intrighi e congiure, grazie ad una particolare conformazione della roccia che amplifica i suoni all’esterno. Provare per credere: basta dividersi e aspettare all’esterno della grotta di sentire la voce di chi è dentro riecheggiare nei dintorni come da una sorta di megafono naturale.

barocco siciliano: val di noto on the road

Le rappresentazioni classiche

Da maggio a luglio nel parco archeologico della Neapolis, sfruttando un teatro costruito sulle pendici di una collina nel V secolo a.C. e ristrutturato in epoca romana, si tiene la rassegna dell’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. 

Anche se non siete esperti o amanti del settore, comprate lo stesso un biglietto per una delle rappresentazioni (ogni anno si alternano due tragedie e una commedia) e vi assicuro che non ve ne pentirete: le esibizioni iniziano intorno alle sette in modo che allo spettacolo sulla scena faccia da sfondo lo spettacolo del tramonto che colora di ocra la roccia e poi del crepuscolo. 

Cena

Alla fine dello spettacolo torniamo ad Ortigia – si trovano decine di taxi all’uscita dal teatro, ma la passeggiata verso il centro è l’ideale per discutere della tragedia – per nutrire il corpo, dopo aver nutrito lo spirito.

Dal primo anno a Siracusa, torniamo sempre al Kalliope, scoperto il primo anno un po’ per il nome un po’ per la posizione – con i tavolini disposti in una graziosa piazzetta, centrale ma al riparo dalle trappole turistiche del lungomare – e diventato uno dei nostri posti del cuore. 

Da provare assolutamente: pesto di pistacchio e pesce spada, anche lui spesso accompagnato da granella di pistacchio. 

giorno 2 

Riserva di Vendicari, Avola e Noto

Riserva di Vendicari

barocco siciliano: val di noto on the road

La Riserva di Vendicari è un’area naturale protetta che si estende tra Noto e Marzamemi per oltre millecinquecento ettari e comprende diversi ambienti: spiagge, oasi e pantani meta di diversi uccelli migratori. Si possono percorrere diversi itinerari all’interno della riserva, ma secondo me in una gita qui non può mancare una visita ai resti della tonnara e alla spiaggia di Calamosche

Se il tempo lo consente, si può rimanere qualche ora a prendere il sole e fare il bagno nelle bellissime acque dello Ionio!

Avola

Attratte dalla nostra passione per l’enogastronomia, un anno ci siamo dirette verso il paesino di Avola, salvo scoprire che non era fitto di cantine e degustazioni come immaginavamo, perché la maggior parte delle aziende vinicole è in campagna e nel 2014 poche erano aperte al pubblico. In ogni caso, Avola offre un ottimo spaccato di vita quotidiana, poco battuta dalle rotte turistiche e per questo incredibilmente genuina. È il luogo ideale per assaggiare un arancino o rinfrescarsi con una granita.

Noto

L’orario migliore per visitare Noto è il tardo pomeriggio, quando la luce calda del sole fa apparire dorati tutti gli edifici della città. Non esiste un punto che meriti più di un altro: semplicemente, bisogna perdersi tra le stradine del centro per ritrovarsi sempre al cospetto dell’imponente Cattedrale.

l’infiorata

Se capitate nel periodo dell’Infiorata preparatevi a sgomitare, ma secondo me merita di essere vista almeno una volta: in occasione del Corpus Domini si preparano dei tappeti di fiori freschi che sono delle vere e proprie opere d’arte. 

Dopo aver lottato a lungo per il nostro spazio vitale – bei tempi quelli in cui nessuno parlava di distanziamento sociale – scegliamo un locale per la cena. 

Nel 2015 abbiamo mangiato benissimo da Dammuso, un locale che Google maps definiva “rustico-chic” con volte a botte in mattoni e una pasta alla Norma che mi sogno ancora oggi, a distanza di anni. Meglio prenotare o andare dopo le undici, come abbiamo fatto noi!

giorno 3

Ragusa, Scicli, Modica

Ragusa

È il momento di spingerci nell’entroterra. Ragusa è arroccata su una collina che svetta sulle valli circostanti. Ricordatevi di inserire sul navigatore Ragusa Ibla per raggiungere il centro storico barocco ma di non seguirlo fino alla fine (come abbiamo invece fatto noi, suo tempore) perché vi condurrà direttamente nella piazza del Duomo di San Giorgo, che ovviamente è una zona a traffico limitato. 

barocco siciliano: val di noto on the road

Anche il centro di Ragusa è un trionfo di barocco, ma per riposare la vista dopo tanto acciecante candore si può fare una passeggiata nel bellissimo giardino ibleo.

pranzo a punta secca (Marina di Ragusa)

Se siete fan di Montalbano, o semplicemente apprezzate i ristoranti di pesce sul mare, semplici nella forma ma soddisfacenti nella sostanza, potete pranzare da Enzo a Mare, a Punta Secca, nella zona nota come Marina di Ragusa.

Il labirinto del castello di Donnafugata

Da claustrofobica, ho un rapporto controverso con i labirinti: m’inquieta l’idea di essere prigioniera, e al tempo stesso mi affascina la ricerca della via d’uscita. Quello nel parco del castello di Donnafugata ha spesse mura di pietra bianca, ma non altissime, il che lo rende più godibile.

Piccola curiosità: oltre al labirinto, un barone proprietario del castello aveva predisposto nel parco altri scherzi con l’intento di allietare i suoi ospiti. Per esempio, un irrigatore su una delle sedie di pietra studiato in modo da azionarsi quando qualcuno si siede o un monaco di pezza che sbuca da una cappella. Nel 2014, ai tempi della nostra visita al castello, gli scherzi erano inattivi ma un pannello nel parco ne preannunciava il ripristino, non so se di recente sia stato fatto!

Scicli

Scicli è stata la sorpresa di questa giornata alla scoperta della zona sud-occidentale del Val di Noto: cittadina incastonata all’incrocio tra tre strette valli, è diventata famosa anche perché è stata scelta come set per la trasposizione televisiva dei racconti del Commissario Montalbano. 

Anche qui, passeggiamo tra le vie del centro affacciandoci di quando in quando in una delle innumerevoli chiese barocche e ci fermiamo per un calice di vino e qualche invitante frittino.

Se capitate da queste parti ad ora di pranzo o di cena vi segnalo l’interessante Prosit Sicilian Bistrot, gestito da giovani e piuttosto innovativo nelle proposte del menu.

Modica

Noi invece proseguiamo verso Modica, dove arriviamo in tempo per gustarci il tramonto e vedere il paese accendersi di luci come fosse un presepe dal sagrato del Duomo di San Giorgio che, con la sua interminabile scalinata, domina Modica dall’alto.

Dopo una passeggiata alla ricerca del solito souvenir mangereccio – qui è d’obbligo comprare una tavoletta del famoso cioccolato modicano lavorato a freddo – la nostra guida local (uno degli amici conosciuti nel corso dei diversi anni a Siracusa) ci porta a cena all’Osteria dei Sapori Perduti.

Lunghi tavoli ricoperte da tovaglie a quadretti, pentole in rame e vecchi utensili da cucina appesi alle pareti e, come promesso dal nome, l’intento di recuperare, oltre all’atmosfera, anche i sapori di una Sicilia antica e casereccia. I piatti sono realizzati con ingredienti semplici e genuini, di tradizione contadina: niente pesce e pistacchio, qui, ma pasta fresca e sughi intensi a base di carne e legumi. Da sempre affascinata dall’incontro gastronomico tra mare e entroterra (qui vi raccontavo della sagra del cinghiale in Gallura!), trovo che sia il luogo ideale per scoprire una Sicilia insolita, anche a tavola.

giorno 4

Spiaggia di San Lorenzo, Marzamemi

Oggi ce la prendiamo comoda: sveglia tardi, colazione lenta e si parte in direzione mare. 

spiaggia di San Lorenzo

Superiamo la riserva di Vendicari e, poco oltre, ci fermiamo alla spiaggia di San Lorenzo, nel territorio del comune di Marzamemi: l’acqua cristallina vi farà venire voglia di immergervi anche se siete un po’ in anticipo sulla stagione balneare, come è successo a noi nel 2015. 

marzamemi

barocco siciliano: val di noto on the road
Marzamemi

Dopo qualche ora in spiaggia, ci spostiamo verso il graziosissimo paesino di Marzamemi, che in realtà non è proprio un paese, ma la frazione “marina” di Pachino, un antico villaggio di pescatori raccolto intorno ad una tonnara.

Anche se negli ultimi anni il turismo è cresciuto moltissimo, Marzamemi ha conservato la sua vocazione ittica, ed è per questo che il mio consiglio è di approfittarne per una cena a base di pesce, in particolare di tonno. Il fatto di essere entrata a gamba tesa in tutti gli itinerari turistici ha avuto un naturale effetto lievitante sui prezzi dei ristoranti, ma l’atmosfera della piazzetta illuminata merita qualche euro in più. Se invece non volete rinunciare allo street food, noi abbiamo mangiato molto bene da Sicily Marzamemi, che propone piatti veloci ma di gran soddisfazione, come cuoppi di fritto misto e gli immancabili arancini.  

giorno 5 

Catania

È il momento di salutare Siracusa, magari con un ultimo giro al mercato di Ortigia, e trascorrere le ultime ore del nostro mini-tour siciliano nella caotica, ma bellissima, Catania.

Piazza del Duomo 

Dato che non abbiamo molto tempo a disposizione, partiamo subito dal centro storico, con la Cattedrale di Sant’Agata, dove il barocco siciliano incontra la pietra lavica dell’Etna. Qui, nella piazza del Duomo, c’è la fontana dell’elefante, che i Catanesi chiamano “liotru”: una statua di epoca romana che è diventata una sorta di mascotte della città.

barocco siciliano: val di noto on the road

Piscaria

A pochi passi da qui c’è il mercato del pesce e, dopo aver amato quello di Ortigia, non possiamo non fare un giro anche qui, per un ultimo assaggio di cantilene in siciliano e profumi forti – pesce, pane appena sfornato, frutta fresca – che si mescolano alle urla dei venditori. Per noi turisti è impossibile comprare qualcosa, ma l’aspetto del pesce è così invitante che è difficile non cedere alla tentazione di assaggiare almeno un’ostrica o un riccio.

Pranzo in una putìa

Qui intorno cerchiamo una putìa, una trattoria spartana, in cui mangiare piatti della tradizione, come la pasta con le sarde. Se invece siete stufi del pesce e volete fare un’esperienza di gusto tipicamente catanese, potete assaggiare la carne di cavallo, anche in versione street food sottoforma di polpette o straccetti in un panino.

Passeggiata tra via Etnea e via del Teatro Greco

Come sempre, il bello di queste città è passeggiare con il naso all’insù per ammirare i palazzi barocchi e gli sprazzi di cielo tra una strada e l’altra. Percorriamo via del Teatro Greco e via Crociferi, fino alla sempre affollatissima via Etnea, senza dimenticare di prendere un ultimo cannolo o un’ultima granita prima di avviarci verso l’aeroporto. Da studentesse universitarie, una tappa imperdibile in via del Teatro Greco era il monastero dei Benedettini, oggi sede del Dipartimento di Studi Umanistici, patrimonio UNESCO e dotato di chiostri bellissimi.

Una sosta a Villa Bellini

Ultima tappa di questo breve tour catanese è il parco comunale, dai locali chiamato semplicemente “la villa”, più antico e centrale di Catania, il luogo ideale dove riposare gambe e mente e respirare un altro poco di Sicilia, prima di riprendere la strada dell’aeroporto.

barocco siciliano: val di noto on the road

con qualche giorno in più:

Questa zona della Sicilia è così ricca di cose da fare e da vedere che non ci si annoia di certo se si ha a disposizione qualche giorno in più.

Ecco qualche proposta per ampliare questo itinerario, avendo a disposizione più giorni da spendere sull’isola:

relax al mare

Anche a Siracusa ci sono delle spiagge facilmente raggiungibili dal centro cittadino dove è possibile trascorrere una giornata di relax tra una scarpinata e l’altra, soprattutto se prevedete di fare questo itinerario in piena estate, quando le temperature possono essere davvero torride. Noi siamo sempre andati alla spiaggia di Fontane Bianche o a Lido Arenella. La prima è più ampia e attrezzata, anche se il mio giudizio sulle spiagge siracusane è viziato dal fatto di essere sempre andata in bassa stagione, mai dopo il ponte del 2 giugno.

escursione a Taormina

poco più a nord di Catania, c’è la bellissima Taormina. Meta di un turismo spesso “di lusso” – un po’ come Capri, per intenderci – non è sempre accessibile a livello di prezzi, ma è costruita su una collina a strapiombo sul mare e questo può darvi un’idea di quali paesaggi meravigliosi vedrete se deciderete di visitarla. Sulla costa, potete rilassarvi a Giardini Naxos.

trekking sull’Etna

per quest’anno, avevamo in programma di affrontare la salita sul vulcano. Le possibilità sono praticamente infinite, tra percorsi da fare col fuoristrada, tratti di funivia, quad e via dicendo. Se volete salire a piedi e avvicinarvi al cratere, contattate una guida – è molto facile, noi l’avevamo fatto tramite il titolare del b&b dove avremmo dormito, ma anche tramite una semplice ricerca su Google si trovano diversi contatti – e ricordatevi di infilare nel vostro bagaglio a mano l’attrezzatura adeguata!