Bukhara in due giorni

La seconda città della via della seta che abbiamo visitato è Bukhara, capitale dell’omonimo khanato dal XVI secolo e indipendente fino alla conquista da parte dei Russi negli anni ’20. Rispetto a Khiva il centro è molto più esteso e le cose da vedere sono più distanti tra loro, quindi consiglio di trascorrere almeno due notti qui. In questo articolo vi suggerisco cosa fare e vedere a Bukhara in due giorni pieni.

Bukhara in due giorni
la madrasa Mir-i-Arab nel complesso Po-i-Kalon al tramonto

Noi arrivavamo dalla nostra notte in yurta, quindi abbiamo raggiunto la città in auto, dopo circa cinque ore di viaggio. Se vi trovate a Khiva, Samarcanda o Tashkent, però, potete prendere il treno (i biglietti si acquistano dal sito delle ferrovie a partire da 45 giorni prima del viaggio – Bukhara è servita anche dall’Afrosyob, il treno ad altà velocità, che la collega in meno di due ore a Samarcanda, quattro a Tashkent). La stazione è abbastanza distante dal centro storico (circa 6km) ma con Yandex ci si arriva in una ventina di minuti (2€). 

cosa vedere a Bukhara in due giorni

Lyab-i-hauz

La scoperta di Bukhara non può che partire dal suo cuore pulsante, la piazza di Lyab-i-hauz, che in persiano significa “intorno alla pozza”. Infatti al centro della piazza c’è una grande vasca e intorno dei piccoli canali che ricordano che in origine la città era attraversata da tantissimi canali simili, poi interrati dai sovietici che li consideravano poco igienici. La piazza è molto frequentata da local e turisti, la troverete viva e animata a tutte le ore, soprattutto a partire dal tardo pomeriggio, quando i tavoli intorno alla vasca dei numerosi ristoranti si riempiono e iniziano anche giochi di luce e musica nell’acqua. Non abbiamo sperimentato i ristoranti qui, anche se, a giudicare dalla grandissima presenza di autoctoni, non sembrano affatto turistici come ci si aspetterebbe dalla posizione.

Madrasa di Divan Begi

Sulla piazza si affaccia una delle più belle madrase di Bukhara, che ne ha numerosissime – alcune guide dicono più di cento, da qualche parte addirittura ho letto che il khanato di Bukhara, all’inizio del XX secolo, ne contava oltre trecento. Veniteci nel tardo pomeriggio per vederla risplendere d’oro nella luce calda del tramonto e fate caso ai due pavoni che sovrastano l’ingresso: le figure di viventi non sono frequenti nelle costruzioni islamiche perché in genere ne è vietata la rappresentazione, tuttavia in Uzbekistan questo non è un caso isolato.

Po-i-Kalon

Aspettiamo il tramonto nella piazza più suggestiva di Bukhara, dove sorge il complesso di Po-i-Kalon (in persiano “ai piedi della grande”) costituito dall’altissimo minareto (la Lonely dice che da sopra la vista è bellissima ma al momento del nostro viaggio non era visitabile), dalla madrasa (ancora in funzione, quindi chiusa ai turisti) e dalla moschea, questa invece aperta al pubblico. Se ci venite poco prima della chiusura (in estate, alle 20 – ingresso 15mila som circa 1€), i colori sono stupendi e il cortile quasi deserto magico. 

Bukhara in due giorni
la moschea Kalon

Il minareto è l’unico edificio che sopravvive del complesso originario. La leggenda narra che Gengis Khan, impegnato a distruggere tutti gli edifici religiosi di Bukhara, sia rimasto talmente meravigliato di fronte all’immenso minareto da ordinare di risparmiarlo.

Moschea di Magok-i-attari

La moschea più antica di Bukhara sorge sui resti di un antico tempio zoroastriano. Entriamo (20mila som, circa 1,5€) perché la Lonely dice che all’interno sono visibili questi resti, ma noi abbiamo trovato solo un piccolo museo di tappeti. 

Madrase di Ulugh Beg e Abdul Aziz Khan

Le due scuole sorgono una in faccia all’altra. Quella di Ulugh Beg è più antica di circa duecento anni e fu commissionata dal nipote di Tamerlano, appassionato di scienza ed astronomia (ne parleremo meglio a Samarcanda). Abdul Aziz volle sfidarne la bellezza facendo costruire una madrasa gemella ma più riccamente decorata proprio di fronte alla prima. Oggi entrambe non sono più in uso come scuole e non hanno (ancora) subito restauri come siti turistici, il che le rende interessanti da visitare. All’interno della madrasa di Abdul Aziz si può vedere uno degli appartamenti per gli studenti (in fondo al cortile a destra) e, nella moschea (in ristrutturazione al momento della nostra visita), Abdul Aziz si fece ritrarre nella nicchia rivolta verso la Mecca, contravvenendo alle regole dell’Islam sulla rappresentazione di figure viventi. 

Char Minar

Letteralmente, “quattro minareti”, anche se non si tratta di minareti, doveva essere il monumentale ingresso di una madrasa oggi distrutta. La peculiarità di questo sito è che si trova incastonato nel cuore della mahalla, il quartiere residenziale di Bukhara. Per raggiungerlo – vi consiglio di farlo a piedi – si attraversano vicoli dove scorre la vita della città, con gli anziani che giocano a dama seduti fuori dalle case e le signore vanno a fare la spesa. di fronte, invece, ci sono negozi di cimeli dell’epoca sovietica che hanno un discreto fascino anche per chi, come me, in genere non ama il collezionismo.

Ark 

Con una passeggiata di una mezzora scarsa – o con un passaggio in Yandex – si raggiunge la fortezza che fu residenza dei Khan, abitata dal V secolo agli anni ’20 del Novecento, quando l’ultimo emiro fu deposto dai Russi. La cittadella (40mila som, circa 3€) si visita in autonomia o con una delle numerose guide che trovate ad attendervi all’ingresso. Ci sono una moschea con intarsi colorati, la sala del trono e un piccolo museo dedicato alla storia della città. Dalla zona archeologica, con i resti degli insediamenti più antichi, si gode di una bellissima vista sulla città.

Bukhara in due giorni
la vista su Bukhara dall’Ark

Moschea di Bolo Hauz

Non lontano dalla fortezza c’è la moschea degli emiri, tuttora in funzione. Si dice che abbia i portici intarsiati più belli dell’intera Asia centrale! Qui abbiamo fatto uno degli incontri più belli di questo viaggio, un signore scozzese che ci ha mostrato il suo peculiare “diario di viaggio”: un quaderno con un disegno che ritrae il posto che lo ha più colpito quel giorno. Ci ha raccontato del suo viaggio tra gli Stan e del suo amore per l’Italia ed abbiamo condiviso così qualche minuto di bellezza insieme.

il diario di viaggio del signore scozzese

Mausoleo di Chasma Ayub

Dopo una soddisfacente pausa pranzo da Chess zone – consigli gastronomici, al solito, alla fine dell’articolo – abbiamo fatto tappa al mausoleo di Chasma Ayub, non tanto interessante per l’estetica del luogo, quanto per la storia che lo accompagna: la leggenda vuole che in questo punto il profeta Giobbe abbia colpito la terra con un bastone e ne sia sgorgata una sorgente miracolosa. Tuttavia, la stessa cartellonistica all’interno ridimensiona il fatto dicendo che il medesimo episodio è raccontato in Egitto, Palestina, Siria… In ogni caso, c’è una piccola fonte alla quale si può bere e pare che l’acqua abbia proprietà estremamente benefiche – noi ovviamente abbiamo bevuto, non si sa mai. All’interno c’è anche un piccolo museo sulle risorse idriche di Bukhara che, lo so, detto così non sembra particolarmente interessante e invece, giuro, lo è.

Sitorai Mohi Hossa

con una corsa in Yandex (2€ a/r) raggiungiamo la residenza estiva dell’ultimo emiro, un luogo molto più gettonato dai turisti locali che dagli stranieri, ma che secondo me merita davvero una visita, anche solo per farsi un’idea della vita – lussuosa ed anacronistica – che l’emiro conduceva poco prima che Bukhara venisse annessa all’impero dello zar.

Gli interni sono un incontro discretamente kitsch tra il gusto dell’Asia centrale e notevoli contaminazioni orientali (vasi e porcellane cinesi, per esempio), gli esterni un piccolo eden fatto di colori pastello e legno con intarsi raffinati. C’è anche una grande vasca (meglio non avvicinarsi troppo: è infestata dalle vespe) nella quale, dice la leggenda, usavano bagnarsi le donne dell’harem. L’emiro le guardava da un baldacchino vicino e, alla prescelta per la notte, lanciava una mela. 

Parco Samani 

Il parco prende il nome dal mausoleo dedicato ad Ismail Samani, il monumento islamico più antico della città, ma merita una visita anche per il piccolo parco divertimenti con diverse attrazioni a pochi centesimi e una ruota panoramica super panoramica da cui abbiamo potuto godere di un meraviglioso tramonto.

Fayzulla Khodjaev Museum

Per l’ultima mattina a Bukhara abbiamo deciso di uscire dai tracciati più turistici e visitare questa casa museo – consigliata da Painderoute nel suo utilissimo blog, vi consiglio di seguirla anche su Instagram se siete appassionati di Asia centrale – che fu l’abitazione di Fayzulla Khodjaev, uno dei membri dei Jadid di Bukhara, un gruppo di opposizione all’emiro. Fayzulla aiutò i Russi a rovesciare l’emiro, diventando il primo presidente della repubblica popolare di Bukhara, salvo poi essere fatto fuori qualche anno dopo da Stalin. 

Galleria fotografica di Shavqat Boltaev

Sempre su consiglio di Painderoute, visitiamo questa piccola galleria fotografica un po’ nascosta in un cortile (ma indicata su Google Maps e segnalata all’esterno, quindi non farete fatica a trovarla). Shavqat Boltaev, con il figlio e due amici, raccoglie qui fotografie di Bukhara a partire dai primi anni duemila, anche se se ne trovano alcune anche più vecchie. Si possono acquistare stampe delle foto e, cosa che ho apprezzato molto, c’è sempre uno dei fotografi pronto a raccontare qualcosa sugli scatti. Fatene tesoro, dato che parlare in inglese con gli Uzbeki non è così facile.

Degli antichi caravanserragli alcuni sono stati riconvertiti in hotel o ristoranti – uno ve lo consiglio a breve – altri sono in ristrutturazione, ma alcuni conservano la funzione di mercati e, devo dire, da profana dello shopping e poco incline a frequentare negozi e mercati, mi è sembrato che i prodotti artigianali in vendita qui – vestiti, ma anche oggetti di legno e altro – fossero di buona qualità.

dove mangiare a Bukhara in due giorni

Ayvan Restaurant

Nel cortile interno di un hotel – il che lo rende un po’ più difficile da individuare dall’esterno, ma c’è un’insegna che lo segnala – si trova questo ristorante elegante, con una sala interna molto curata e una bella terrazza, che propone piatti tipici di Bukhara con molte contaminazioni occidentali. Non dico che sia impossibile mangiare cucina uzbeka, ma diciamo che non è la parte più estesa del menu. Tuttavia, le (poche) cose tipiche proposte sono ottime, gli ingredienti sono di pregio e tutto è preparato con cura, il vino è più buono della media dei vini bevuti e anche il conto è leggermente più alto del solito (ma siamo sempre sotto i 25€ in due).

Chess Zone

Per un pranzo in cui volete sentirvi sulla spiaggia anche senza esserlo, con il vento che muove le tende e la musica chill, dovete venire in questo chiosco nel parco vicino alla moschea di Bolo Hauz, sulla strada per il parco Samani. Il locale è gestito da ragazzi e in cucina c’è – credo – la loro mamma, che è una cuoca spettacolare: ho mangiato delle patate fritte tagliate e cotte al momento che mi hanno ricordato quelle che mangiavo da bambina, nelle case irpine. Fanno kebab, hamburger e qualche insalatona. In due abbiamo speso circa 6€.

Donuts and coffee

Per una merenda, una pausa gustosa o se la vostra sistemazione non prevede la colazione, dovete venire in questo locale grazioso e super accogliente. Caldamente consigliato dai nostri amici che sono stati qui lo scorso inverno, il nome di questo posto era accompagnato da una promessa: “mangerai i donuts più buoni di sempre”. E, da persona che ha mangiato donuts sulla Jersey Shore, posso dire che sono davvero straordinari. In più, il gestore è carinissimo, c’è un’atmosfera rilassata e rilassante e anche il caffè è ottimo. Se avete intenzione di fare qualche giorno di smart working dall’Uzbekistan, tenete presente che qui ci si può fermare a lavorare pagando una piccola tariffa oraria.

Joy Lounge

Ricavato all’interno di un antico caravanserraglio, questo ristorante unisce l’esperienza – sedute tradizionali uzbeke, musica (spesso dal vivo), luci – ad un’ottima cucina tipica. Abbiamo mangiato i lagman forse più buoni del viaggio (se la giocano con quelli di Khiva, che però hanno il bonus di essere stati i primi) e abbiamo speso circa 10€ a testa.

dove dormire a Bukhara

Sempre su consiglio degli stessi amici, abbiamo alloggiato al Bobosh Hotel. Posizione perfetta a pochi passi da Lyabi-i-Hauz, terrazzino per godersi il fresco della sera con una bella vista e camere piccole ma molto curate. 50€ a notte con colazione (a buffet, ricca e con la possibilità di avere uova preparate al momento. Forse la migliore colazione tra tutte le sistemazioni che abbiamo provato in Uzbekistan)

Spero che quest’articolo su cosa vedere a Bukhara in due giorni vi sia utile. Vi ricordo che qui trovate tutti gli articoli sull’Uzbekistan!