Ci sono luoghi nel mondo dove il Natale è un po’ più Natale. L’Alsazia, con i suoi mercatini che profumano di spezie e vin brulé, i paesini curati con le case a graticcio e gli addobbi ad ogni finestra, è uno di questi. Non sorprende, quindi, che Strasburgo sia nota come “la capitale del Natale” e che i mercatini di Colmar siano stati riconosciuti come il secondo mercato di Natale più bello d’Europa. Insomma, se desiderate provare la magia del Natale, questo è il posto ideale. Vi propongo, in questo articolo, un on the road in Alsazia da Mulhouse a Strasburgo e ritorno.
il percorso lungo la route des vins
Noi abbiamo percorso un itinerario ad anello (facendo tappe sia risalendo che tornando verso sud) lungo la route des vins alsaziana. La route si snoda per circa 170km da Marlenheim, cittadina a ovest di Strasburgo, a Thann, a sud di Colmar. Considerata la stagione, non proprio indicata per visitare i vigneti, noi l’abbiamo reinterpretata percorrendola da Mulhouse a Strasburgo, con tappe a Colmar, Kaysersberg, Obernai, Ribeauville, Riquewihr e Eguisheim.
Per comodità, abbiamo preferito cambiare alloggio ogni giorno, ma le distanze sono talmente ridotte che è altrettanto comodo scegliere un alloggio a metà strada tra i vari paesini e spostarsi di volta in volta.
Per questo itinerario è consigliato avere un mezzo proprio. Dal nord Italia l’Alsazia è facilmente raggiungibile, ma se pianificate di arrivare in aereo considerate di noleggiare un’auto! Il percorso, tra colline, vigneti e castelli avvolti dalla foschia, merita!
l’itinerario in breve
1
- Partenza da Milano
- Tappa a Lucerna (Svizzera)
- Mulhouse
- Notte a Habsheim, a pochi minuti da Mulhouse
2
- Colmar
- Kaysersberg
- Notte a Selestat
3
- Strasburgo
- Notte a Obernai
4
- Obernai
- Ribeauville
- Riquewihr
- Colmar
- Notte (di San Silvestro) a Mulhouse
5
- Eguisheim
primo giorno
Lucerna
Si parte di buon mattino, ma senza esagerare, quanto basta per essere a Lucerna, graziosa cittadina svizzera adagiata sull’omonimo lago, intorno all’ora di pranzo. Le eleganti vie acciottolate di Lucerna sono il luogo ideale dove sgranchire le gambe dopo la prima parte del viaggio. Il quartiere della città vecchia è curato e ben conservato e si possono attraversare i ponti medievali che collegano le due sponde del fiume sulle quali è costruita la città.
La Svizzera non è certo una tappa economica per uno spuntino (la media, accuratamente studiata leggendo i menù fuori dai ristoranti è di 35/40 CHF a persona per un pasto con piatto unico e una bevanda) ma offre paesaggi davvero belli, benché spesso poco noti.
Mulhouse
Ci rimettiamo in marcia per essere a Mulhouse, prima tappa del nostro itinerario alsaziano, nel tardo pomeriggio. Mulhouse è una città industriale che senz’altro non ha il fascino delle più note cittadine più a nord, ma arrivarci all’imbrunire e trovare la piazza principale invasa da musiche natalizie e profumi speziati è stata un’ottima anticipazione di quel che avremmo visto nei giorni successivi. Inoltre, proprio in mezzo alla piazza, era stata allestita un’enorme ruota panoramica che ci ha consentito di dare un primo sguardo dall’alto ai mercatini di Natale e alla bella chiesa gotica della città.
Habsheim
Trascorriamo la prima notte in un grazioso B&B in un paese a pochi km da Mulhouse, Habsheim. Considerato che abbiamo prenotato soltanto due giorni prima (e questo spiega perché la posizione poco comoda rispetto al centro di Mulhouse) possiamo dire di essere stati super fortunati: la stanza (la tripla 90€ a notte senza colazione) era ampia e arredata con estrema cura e, soprattutto, su consiglio della proprietaria abbiamo riservato un tavolo al ristorante collegato alla struttura, La Table de Louise, dove abbiamo mangiato incredibilmente bene!
secondo giorno
Colmar
Facciamo colazione a Habsheim, proprio di fronte alla struttura dove abbiamo dormito, nell’ottima boulangerie Schuller Nicolas che, nonostante gli spazi ridotti, oltre a meravigliosi pain au chocolat, serve anche caffè.
Sufficientemente bardati per affrontare il freddo – in cinque giorni la temperatura è salita sopra lo zero soltanto il 31 dicembre – ci avviamo alla scoperta di Colmar, nella giornata di chiusura del celebre mercatino di Natale.
Attenzione!
I mercatini durano circa sei settimane, da fine novembre a fine dicembre. In alcuni paesi più piccoli chiudono i battenti prima di Natale, mentre quelli più famosi proseguono fino all’ultimo weekend di dicembre, ma conviene sempre controllare le date prima di partire, per non rischiare brutte sorprese.
Colmar è un piccolo gioiello, forse la mia tappa preferita di questo itinerario, con il grazioso quartiere di Petite Venis, le curatissime case a graticcio e il mercato coperto. Giriamo alla ricerca dei sei mercatini di Colmar, con l’impressione di perderci nei suoi vicoli colorati, salvo poi ritrovarci sempre in luoghi noti.
Dove mangiare a Colmar?
Colmar, come tutta l’Alsazia, pullula di winstub, le tipiche trattorie alsaziane, arredate secondo quello stile un po’ baita che mette subito allegria, con le tovaglie a quadretti e le sedie di legno con lo schienale a forma di cuore.
Noi, tuttavia, abbiamo rimandato la nostra scoperta delle winstub approfittando del tanto cibo offerto dalle bancarelle dei mercatini. Impossibile non provare – e innamorarsi – della choucroute, crauti accompagnati da carne o formaggi.
Un’altra cosa da fare a Colmar, utile anche per scaldarsi, è una degustazione di vini alsaziani, che noi abbiamo provato nell’enoteca Vins d’Alsace, dove abbiamo assaggiato quattro bianchi tipici della zona – un Muscat, un pinot grigio, un Riesling e un gewurztraminer.
Non fatevi tentare dai rossi, che non sono speciali, mentre i bianchi, per quanto possano non piacere, sono senz’altro insoliti!
Kaysersberg
Al calar del sole abbiamo lasciato Colmar per fare una passeggiata in un borghetto più piccolo ma non meno grazioso, Kaysersberg, suggeritomi su Instagram da una ragazza che vive a Strasburgo e che conosce bene la zona. Qui, nonostante i mercatini fossero già chiusi, abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione del Natale, con luci e decorazioni ovunque. Tappa consigliata!
Selèstat
Proseguiamo verso nord e raggiungiamo il nostro alloggio, un enorme appartamento a Selèstat (89€ a notte), arredato con estrema cura dal gentilissimo proprietario. Selèstat, nonostante pare sia la città in cui è nato l’albero di Natale, non è al livello delle altre tappe alsaziane, anche se la sua biblioteca dev’essere interessante da visitare.
Per cena decidiamo di provare la famosa tarte flambée al ristorante Clothilde e Eduard Faller, una sorta di piada o pizza farcita con panna acida, cipolle, pancetta e altri condimenti, come il munster, il tipico formaggio della zona, simile ad un taleggio molto stagionato.
terzo giorno
Strasburgo
Dopo la colazione in una boulangerie a due passi dall’appartamento, ci dirigiamo a Strasburgo, città alla quale dedicheremo l’intera giornata.
I mercatini di Strasburgo sono sicuramente i più belli tra quelli che abbiamo visto in Alsazia, forse sono anche i più belli che mi sia capitato di vedere. All’atmosfera magica della città contribuisce anche lo store temporaneo di Kathe Wolfahrt, specializzato in oggettistica natalizia, di cui avevo già parlato qui, perché la sua sede principale è a Rothenburg ob der Tauber, in Baviera.
cosa vedere a Strasburgo
Merita una visita l’imponente cattedrale col suo orologio astronomico – che ogni giorno alle 12.30 si anima con una piccola parata di apostoli, ma per assistere allo spettacolo bisogna acquistare per tempo i biglietti, che nel nostro caso erano già sold out alle undici – e la sua balconata panoramica, cui io ho incredibilmente rinunciato ad accedere perché la nebbia nella mattinata di Strasburgo era talmente fitta che temevo che non avrei comunque visto nulla.
Tuttavia, né il freddo né la nebbia mi hanno dissuasa dal giro in barca sui canali (Batorama, 13,5€ a persona, i biglietti si possono comprare anche nella piazza principale), un altro must che non mi sono negata in nessuna città costruita a pelo d’acqua. Devo dire che quello strasburghese, forse anche in virtù della sua lunghezza – il tour arriva fino al quartiere delle istituzioni europee, ed è un ottimo modo per vedere il parlamento, altrimenti lontano dal centro – si gioca con Bruges e Amsterdam la testa della classifica per il freddo patito.
Scesi dal battello e quasi privi di sensibilità agli arti, ci avviamo verso il pittoresco quartiere di Petite France, dove ci scaldiamo con un bicchiere di bordeaux (lo so, non è tipico, ma ho già detto che il vino rosso alsaziano non è nulla di che?) e un tagliere di formaggi da Calmos.
Prima di ripartire, ripassiamo dalla cattedrale per vederla illuminata, uno spettacolo.
Dove mangiare a Strasburgo
Il ristorante che ci avevano consigliato, Au Gurtlerhoft, costruito nei locali di un’antica farmacia con la facciata in legno intagliato, era già stato preso d’assalto dagli autoctoni, quindi il consiglio è di prenotare per tempo. Noi alla fine abbiamo scelto di farci fare dei panini al munster e salumi locali in un bel negozio di gastronomia dove poi siamo tornati a comprare qualche gustoso souvenir.
Obernai
Cominciamo la nostra discesa verso sud e passiamo la notte a Obernai, all’hotel la Diligence (tripla 115€), con stanze semplici e non molto grandi ma con vista direttamente sulla piazzetta principale e sui mercatini.
Qui, dopo aver trovato chiusa la trattoria che avevamo puntato dopo un’attenta ricerca su Tripadvisor, finiamo, quasi per caso, in quella suggerita dalla Lonely Planet, Le Freiberg, dove abbiamo scoperto che anche i ristoratori francesi possono essere simpatici e che la choucroute può creare dipendenza. La cena migliore del viaggio, tornerei ad Obernai anche solo per il guanciale brasato al pinot nero.
quarto giorno
In realtà, scopriamo dopo essere stati svegliati da sette minuti e mezzo di campane, Obernai ha molto da offrire anche di giorno: è poco più di un paesino, ma grazioso e curatissimo. Dopo la colazione da Thierry Schwarz diamo il nostro saluto ai mercatini di Natale alsaziani (abbiamo scelto di lasciare per ultimi quelli di Obernai perché qui finivano il 31 dicembre) e riprendiamo la strada verso sud.
Ribeauville
Eccoci all’ennesima passeggiata tra case a graticcio e addobbi natalizi. Non ci saremo stufati, ormai? La domanda è legittima ma la verità è che, no, sono ancora in grado di scattare venti foto tutte uguali all’ennesimo vicolo dai colori pastello.
E poi la strada che collega Ribeauville a Riquewihr mi fa pensare alle nostre Langhe, con le colline ricolme di vigneti e in lontananza i castelli nascosti da una leggera foschia, e mi fa venire voglia di rivedere questi posti in estate inoltrata, forse anche perché finalmente, dopo giorni di nebbia più o meno fitta, splende il sole.
Riquewihr
La tappa successiva è il paesello che ha ispirato il cartone Disney “La Bella e La Bestia” e, evidentemente, non è un segreto, dato che è forse il luogo più affollato che abbiamo visto nel corso del nostro viaggio alsaziano. Nonostante questo, riusciamo a trovare posto al Restaurant Au Dolder, dove scopriamo come utilizzare le forme di munster che abbiamo comprato a Strasburgo: fuso su spicchi di patate lesse, il tutto ripassato in forno. Divino.
Dimentichi della vocazione della zona, ordiniamo un pessimo vino rosso che dovrebbe sgrassare la baeckeoffe – per i lombardi, è una specie di cassoeula. Per gli altri: trattasi di diversi tagli di carne, tutti molto grassi, rosolati in un brodo di verdure e vino bianco.
Colmar
Inseriamo un’ultima tappa nella graziosa cittadina di Colmar perché ci illudiamo di poter fare un po’ di spesa per la cena di San Silvestro al mercato coperto, che però per l’occasione chiude alle quattro – indovinate noi a che ora siamo arrivati a Colmar!
Ci consoliamo assistendo ad uno straordinario tramonto sul quartiere di Petite Venis e ne approfittiamo per vedere le viuzze illuminate, anche se la fine dei mercatini ha inevitabilmente sottratto alla città un po’ di magia (e aggiunto tantissimo traffico!)
Mulhouse
Per la sera di San Silvestro abbiamo prenotato un appartamento su airbnb, per essere indipendenti e non dover vagare alla disperata ricerca di un ristorante. Dopo esserceli portati dietro per quattro giorni, insomma, finalmente cuciniamo i nostri pizzoccheri.
Cosa fare a Capodanno in Alsazia
La magia del Natale non è anche magia del Capodanno. Durante la degustazione di vini a Colmar assistiamo a questa simpatica conversazione tra due turisti inglesi e il proprietario dell’enoteca sulla questione: i due chiedono cosa ci sia in programma per la notte di San Silvestro e lui cerca in un inglese maldestro di spiegare che, finiti i mercatini, Colmar si svuota. “Dead?” chiedono loro “Close to.” Ammette lui. “Quasi morta” rende bene l’idea dell’atmosfera dell’ultimo dell’anno nelle città alsaziane, ma se non siete amanti di questa festa e non ve ne frega nulla di fare l’alba, è quello che fa per voi.
quinto giorno
Eguisheim
Prima di ripartire per l’Italia e dopo aver fatto colazione da Starbucks (è il primo gennaio, fortuna che a Mulhouse c’è Starbucks! Tutto il resto era, prevedibilmente, irrimediabilmente chiuso), facciamo un’ultima deviazione verso Eguisheim, un borgo medievale piccolo ma grazioso.
Eguisheim è il posto ideale per salutare l’Alsazia e mangiare un’ultima tarte flambèe al Caveau d’Eguisheim per affrontare il viaggio con la pancia piena e gli occhi carichi di un’ultima dose di Natale.