due giorni a Samarcanda 

innegabile che il fascino per l’Uzbekistan per molti sia legato a questo nome mitico, che magari vi riecheggia in testa sulle note dell’omonima canzone di Vecchioni e che, secondo la leggenda, lasciò di stucco persino Alessandro Magno, anche se la Samarcanda che vide lui non aveva niente a che fare con quella di oggi, dal momento che i suoi edifici più iconici non sono più antichi del quindicesimo secolo (dopo Cristo). Dal momento che le cose da vedere sono tante e le distanze non tutte facili da coprire a piedi, vi consiglio di trascorrere almeno due giorni a Samarcanda.

due giorni a Samarcanda

come raggiungere Samarcanda

Dalle altre città uzbeke Samarcanda è facilmente raggiungibile in treno, è servita dalla linea ad alta velocità Afrosyob che la collega in poco più di due ore a Tashkent e in un’ora e quaranta a Bukhara. I biglietti del treno si possono comprare al momento in stazione o, se viaggiate in alta stagione, sul sito a partire da quarantacinque giorni prima della partenza. Inoltre, a Samarcanda c’è un aeroporto sul quale operano non solo voli interni, ma anche rotte internazionali, talvolta a prezzi vantaggiosi (Wizzair ha qualche diretto dall’Italia e da Abu Dhabi, per esempio).

due giorni a Samarcanda
cosa vedere

il Registan

naturalmente, non si può non partire dal simbolo di Samarcanda: la scenografica piazza del Registan, sulla quale affacciano tre antiche madrase, costruite tra XV e XVII secolo ma pesantemente ristrutturate nel corso del Novecento. Per accedere alla piazza si paga un biglietto di 65mila sum (circa 5€) che dà diritto ad un unico accesso ma include gli ingressi a tutti gli edifici.

Madrasa di Ulugh Beg

La più antica è quella commissionata da Ulugh Beg, nipote di Tamerlano e studioso di astronomia (le decorazioni sul portale, infatti, richiamano le stelle). All’interno c’è una mostra sull’istruzione a Samarcanda e si può salire al secondo piano dove, nelle nicchie in cui un tempo c’erano le stanzette degli studenti, oggi ci sono negozi e caffè.

Tilya Kori Madrasa

Sulla destra rispetto a quella di Ulugh Beg c’è questa madrasa il cui nome letteralmente significa “coperta d’oro”. Infatti, se ci arrivata nel tardo pomeriggio la luce dorata vi darà esattamente questa sensazione. C’è una cupola dalla forma inconsueta che molto probabilmente non faceva parte della struttura originaria dell’edificio ma si deve esclusivamente alla fantasia dei restauratori sovietici. All’interno visitate la moschea con la cupola blu e oro, che in realtà non è una cupola vera, ma solo effetto di un sapiente gioco di trompe l’oeil.

Sher Dor Madrasa

Il nome significa “scuola dei leoni” perché sul portale sono raffigurati due leoni (che sembrano più tigri, ma non facciamo i puntigliosi), anche in questo caso, come in alcuni edifici di Bukhara, contravvenendo alle regole dell’Islam che vietano di raffigurare esseri viventi sugli edifici sacri. Anche in questo caso, gli interni sono riccamente decorati e meritano di essere visti. 

Attenzione: ogni due anni (quindi ormai se ne riparla ad agosto 2026) si tiene nel Registan un festival di musica che è il più famoso dell’Asia centrale. Per via delle prove potrebbero essere modificati gli orari di apertura della piazza e la costruzione del palco potrebbe compromettere la visibilità.

la migliore vista sul Registan

Se volete ripassare dal Registan ma non volete ripagare il biglietto, c’è una viewing platform sempre molto frequentata che offre una bellissima vista sulla piazza e sui suoi edifici. Veniteci all’alba o al tramonto, magari dopo aver fatto tappa al Sogdiana (un chioschetto non lontano) a prendere un gelatino a pochi centesimi.

moschea di Bibi Khanyum 

l’immensa moschea fu commissionata dalla moglie di Tamerlano, Bibi Khanyum, appunto, che voleva fare una sorpresa al marito impegnato in una campagna militare in India. Tuttavia, l’architetto cui aveva affidato il lavoro si innamorò di lei e la ricattò: avrebbe portato a termine la costruzione solo in cambio di un bacio. Bibi accettò e, ovviamente, Tamerlano la scoprì e fece uccidere l’architetto. La moschea è stata a lungo una delle più grandi del mondo islamico, prima di essere distrutta da alcuni terremoti e ricostruita solo negli ultimi anni (all’interno c’è una zona non ancora ristrutturata e delle foto che mostrano le condizioni della struttura prima del restauro).

Moschea di Hazrat Hizr e mausoleo di Islam Karimov

Attraversando un ponte pedonale si raggiunge la moschea di Hazrat Hizr, distrutta da Gengis Khan e poi ricostruita grazie ad un ricco di Bukhara alla fine dell’Ottocento. Accanto alla moschea si trova il mausoleo di Islam Karimov, il controverso primo presidente dell’Uzbekistan dopo l’uscita dall’URSS, morto nel 2016 ed oggetto oggi di un vero e proprio culto. Molti, infatti, vengono a pregare sulla sua tomba e a farsi foto davanti al suo mausoleo.

Osservatorio di Ulugh Beg

Con una passeggiata (lungo una statale, non proprio amena) o una corsa di Yandex si raggiunge l’osservatorio astronomico di Ulugh Beg e il museo a lui dedicato. La guida dice che il nipote di Tamerlano era sicuramente più valido come astronomo che come sovrano (infatti fu fatto assassinare da uno dei figli per i suoi insuccessi politici e militari). I suoi successi come astronomo, invece, sono innegabili: grazie ad uno strumento chiamato sestante fakhri, di cui sopravvive una sezione ritrovata nel secolo scorso, riuscì a calcolare la posizione di oltre mille stelle e la durata dell’anno con un solo minuto di errore! Nel museo che si trova di fronte all’osservatorio sono conservati alcuni suoi trattati, come il Zij i Sultani, inserito nel novero dei più celebri trattati astronomici, con Tolomeo e Tycho Brahe

Collina di Afrosyob: sito archeologico e museo

Se c’è un sito archeologico, io devo vederlo. Sul colle Afrosyob, ad una ventina di minuti di cammino dall’osservatorio di Ulugh Beg, si trovano i resti dell’antica Marakanda, la città sogdiana conquistata da Alessandro Magno nel corso della sua campagna asiatica. In realtà, ci vuole una certa fantasia per immaginare la città che affascinò il condottiero macedone, ma il sito è accessibile gratuitamente (c’è un cancello, ma noi siamo stati invitati ad aprirlo). Nel vicino museo ci sono reperti della storia più antica della città insieme ad un famoso murale che rappresenta il re di Samarcanda intento a ricevere doni da ambasciatori turchi e cinesi e che dimostrerebbe che già in epoca preislamica la città era il centro dei commerci tra oriente e occidente.

Siob Bazar

Tornando verso la moschea di Bibi Khanyum c’è un bazar molto ordinato, diviso per categorie e gradevole da girare. Ci sono anche diversi punti ristoro e veri e propri ristoranti come quello in cui ci siamo fermati a mangiare degli ottimi spiedini. Inglese quasi nullo e contesto molto spartano, ma conto decisamente economico (3€ a testa).

Mausoleo di Tamerlano

Nel pomeriggio, quando la luce è meno intensa, ci godiamo lo spettacolo del mausoleo di Tamerlano. Il mausoleo è protagonista di una leggenda: pare, infatti, che chiunque abbia provato a profanare la tomba di Tamerlano sia stato bersagliato dalla cattiva sorte. Tutto cominciò con un condottiero persiano, ma la storia più assurda è quella che coinvolge l’antropologo russo Gerasimov che spostò la pietra tombale per fare delle ricerche sui corpi nel 1941. Poco dopo l’apertura della tomba, la Germania nazista invase la Russia e, fatto ancor più ironico, i resti di Tamerlano furono nuovamente inumati nel 1942, poco prima dell’inizio della battaglia di Stalingrado! Solo coincidenze?

Mausoleo di Ak Saray

Poco più avanti rispetto al mausoleo di Tamerlano si trova quest’altro edificio, meno famoso e meno frequentato, ma non meno interessante. Fidatevi del custode, lasciategli il telefono e lui farà per voi foto e video dalle prospettive più disparate. 

Shah-i-zinda

Se volete visitare uno dei luoghi più affascinanti di Samarcanda con la pace che merita, veniteci al mattino presto, appena apre. Se siete fortunati, sarete solo voi e i pellegrini – e, tutt’al più, qualche turista coreano, come è capitato a noi. La necropoli di Shah-i-zinda è suggestiva già dal nome, che in persiano significa “il re vivente”. È tutt’ora un luogo di culto e molti vengono qui per pregare, anche perché si pensa che qui sia sepolto un cugino di Maometto. Tutta la collina, inoltre, è occupata dal cimitero “moderno” di Samarcanda.

due giorni a Samarcanda
Shah-i-zinda

ex quartiere ebraico e sinagoga 

nelle ultime ore a Samarcanda visitiamo l’ex quartiere ebraico – spopolatosi negli ultimi decenni, quando la maggior parte degli ebrei di Samarcanda si sono trasferiti in USA, Canada o Israele – con la sua sinagoga. Ufficialmente l’ingresso è gratuito, ma in realtà sarete caldamente invitati a lasciare una mancia di 50mila som, circa 4€. Tuttavia, è una buona occasione per addentrarsi nei quartieri più residenziali di Samarcanda, quelli che Karimov tentò di nascondere – letteralmente – dietro alte mura. 

due giorni a Samarcanda
dove mangiare 

Emirhan

Ristorante con vista sul retro del Registan e musica dal vivo. Cibo non memorabile, devo ammettere, o forse abbiamo beccato noi una serata un po’ sfortunata perché tante cose erano finite, ma l’atmosfera è piacevole e il conto onesto. Prenotazione per la terrazza caldamente consigliata.

Platan

Siamo nella zona russa della città, un’occasione per spingersi fuori dalle aree più turistiche e fare due passi in una Samarcanda inconsueta. Qui abbiamo trovato qualità altissima delle materie prime, una scelta vastissima di insalate di ogni sorta, piatti tipici con qualche accorgimento originale e un bel dehor. Meglio prenotare.

Samarkand Plov Otash Osh

Non lontano da Shah-i-zinda, nel cuore di un quartiere residenziale di Samarcanda, un posticino per un pranzo veloce a base di plov: non esiste un menu e nessuno parla inglese, ma sarà sufficiente indicare il grande wok colmo di plov all’ingresso per capirvi. 8€ in due compresa acqua, pane e insalata di pomodori e cipolle.

due giorni a Samarcanda
dove dormire

quello di Samarcanda – Hotel Minor – è stato forse l’alloggio più costoso di tutto il viaggio, anche perché abbiamo accettato un upgrade (al costo di 7€ in più al giorno) per avere una suite con vista sul Registan. In totale abbiamo speso circa 80€ a notte, compresa la colazione (non memorabile e sempre, ahimé, servita nel seminterrato, usanza frequente in Uzbekistan). Menzione speciale per la terrazza!

Spero che questo articolo vi sia utile per organizzare i vostri due giorni a Samarcanda. Vi ricordo che in questa sezione del blog trovate tutti gli articoli sull’Uzbekistan.