Gallura on the road

L’estate si avvicina. È ancora presto per sapere quando e quanto potremo goderne, ma, nella speranza che si possa viaggiare almeno entro i confini della nostra bella penisola, vi propongo un itinerario a prova di distanziamento sociale nella parte più settentrionale della Sardegna, quella compresa tra la Gallura e la Costa Smeralda. Ecco a voi la Gallura on the road, un itinerario di nove giorni alla scoperta della Sardegna settentrionale

Paesaggi ancora incontaminati, entroterra brullo e coste dai colori indimenticabili si (con)fondono con i luoghi più “in” dell’estate italiana, prestandosi a diversi tipi di viaggiatori.

Cosa cercavamo in Sardegna:

  • mare cristallino
  • spiagge poco frequentate
  • natura incontaminata

abbiamo trovato quello che cercavamo? Assolutamente sì, insieme ad un panorama enogastronomico interessante almeno quanto quello paesaggistico.

L’itinerario in breve

  1. partenza in nave per Olbia
  2. arrivo ad Olbia; Santa Teresa di Gallura (spiagge di Capo Testa e Cala Spinosa)
  3. spiagge di Cala Sambuco (Santa Teresa) e Monti Russu (Aglientu)
  4. San Teodoro: spiagge di Cala Brandinchi, Lu Impostu e La Cinta
  5. spiaggia di Liscia Ruja (Arzachena)
  6. spiagge di Li Piscini (Arzachena) e tramonto a Baia Santa Reparata (Santa Teresa)
  7. escursione a La Maddalena e Caprera
  8. Nuraghe La Prisgiona e spiaggia Valle dell’Erica (Santa Teresa)
  9. ripartenza da Olbia
la spiaggia di Monti Russu

Giorno 1

Milano –> Livorno e imbarco per Olbia

(perché Livorno? Per risparmiare circa 200€ rispetto alla stessa tratta da Genova. Poltrone per due e passaggio auto circa 600€ prenotando in questo periodo dell’anno)

Arriviamo a Livorno in largo anticipo per due motivi:

  1. Evitare di rimanere imbottigliati nel traffico diretto in Versilia e ritardare all’imbarco
  2. Visitare una città mai vista

Complice il caldo torrido di un pomeriggio di fine luglio, non riusciamo ad apprezzare molto Livorno. Ci tornerò per rivederla con altri occhi e fare un salto alla Terrazza Mascagni, luogo assai “instagrammabile” che all’epoca, dal momento che non avevo ancora Instagram, non conoscevo.

In compenso, prima di imbarcarci ci infiliamo quasi per caso in un hamburgeria, Borgo Burger, che si rivela poi un’ottima scelta: possiamo raggiungere il porto a pancia piena.

Se non viaggiate in cabina, ricordatevi di tenere a portata di mano vestiti pesanti e/o una coperta! La temperatura di notte sulle navi scende tantissimo e io sono riuscita ad accaparrarmi l’unica trapunta pelosa disponibile, ma in tempo di paranoia-da-contagio vi sconsiglio di imitarmi.

Giorno 2

colazione a Olbia

Il viaggio in nave non è molto riposante, almeno per me, ma dà la possibilità di assistere ad albe stupende e prima delle otto si approda ad Olbia.

Se non avete fretta di correre in spiaggia, approfittate della pace del mattino per fare due passi in città e sedetevi a fare colazione ai tavolini di un bar in qualche piazzetta, mentre osservate la città risvegliarsi lentamente.

b&b a Santa Teresa di Gallura

Raggiungiamo il nostro b&b, nel comune di Santa Teresa di Gallura, ma nell’entroterra.

La strada per raggiungerlo è a tratti piuttosto stretta, popolata da vari e non sempre identificabili animali e in parte sterrata, ma il lato positivo di alloggiare in una vecchia cascina trasformata in b&b – solo tre stanze e una gestione familiare al limite tra lo spartano e il burbero: considerate che non era prevista la pulizia della stanza e avevamo a disposizione un frigorifero in comune con gli altri ospiti in una specie di sgabuzzino – è la pace di cui potrete godere mentre fate colazione osservando il luccichìo del mare all’orizzonte o mentre vi riposate nelle calde ore pomeridiane dondolandovi su un’amaca mentre le cicale cantano dappertutto intorno a voi.

[Non essendo riuscita a ritrovare il contatto del b&b nel quale abbiamo alloggiato, forse perché nel frattempo ha chiuso o cambiato gestione, vi lascio il link di questo che mi sembra incredibilmente simile, tanto che potrebbe essere una “evoluzione” di quello di cui fummo ospiti noi, nell’estate del 2015]

In ogni caso, la vacanza che abbiamo in mente è assai lontana dallo schema “attraverso la strada e collasso in spiaggia, stesso lettino per sette giorni di fila”, quindi scegliere un alloggio direttamente sul mare non ci interessava, e c’è anche un aspetto economico da non sottovalutare: la Sardegna è molto cara, ma scelte di questo tipo possono dimezzare i costi del soggiorno!

Spiaggia di Capo Testa e Cala Spinosa, Santa Teresa di Gallura 

Per il primo giorno decidiamo comunque di rimanere a Santa Teresa di Gallura e ci dirigiamo verso la spiaggia di Capo Testa, anzi, le spiagge, perché si tratta di un promontorio che si allunga nel mare dando origine a due distese di sabbia, la Rena di Ponente e la Rena di Levante, che vi permettono di scegliere la condizione di luce e di vento che preferite. 

Se vi sembrano entrambe troppo affollate proseguite fino alla fine dell’istmo, lasciate l’auto e percorrete il ripido sentiero che vi condurrà a Cala Spinosa, una caletta poco frequentata circondata da massi granitici.

Inerpicandovi lungo i sentieri circostanti potrete raggiungere il vecchio faro o scoprire numerose insenature dal mare cristallino. Per trovare il vostro angolo di pace basta esplorare un po’!

la cosa positiva della Gallura rispetto alla Costa Smeralda? Avendo alcune cale esposte a ovest è possibile vedere il tramonto!

Giorno 3

Cala Sambuco, Santa Teresa di Gallura

Mentre facciamo colazione con la (scostante) compagnia della proprietaria del b&b commettiamo la leggerezza di rivelarle che ci piacciono le spiagge poco frequentate e lei ci suggerisce la destinazione che più si accorda al nostro gusto: Cala Sambuco.

Cala Sambuco

Ci ritroviamo così a percorrere un sentiero abbandonato che ci conduce su una scogliera deserta: solo noi e l’immensità del mare blu. 

Tutto molto bello finché, tornati all’auto, scopriamo che non parte: la batteria è scarica. Con tutti i posti del mondo dove poteva succedere, ovviamente si è scaricata lì, nel sentiero deserto che conduce ad una spiaggia deserta, in un primo pomeriggio torrido di fine luglio. 

Stiamo per arrenderci alla prospettiva di investire parte del budget della nostra vacanza in un carro attrezzi quando, inaspettatamente, vediamo comparire in fondo al sentiero un furgoncino con targa svizzera e, ancora più inaspettatamente, scopriamo che il gentilissimo proprietario del mezzo ha con sé i cavi da collegare alla batteria. Dopo un paio di tentativi, la nostra auto riparte e ripaghiamo il suo gesto generoso suggerendogli di non procedere oltre con il suo furgone, perché la strada si fa impervia e sempre più stretta.

A questo proposito, in Gallura Google Maps si è dimostrato particolarmente inaffidabile: se vedete che la strada è piena di rocce, eccessivamente in pendenza o coperta da arbusti non percorretela, ci sarà sicuramente una strada più lunga ma più facile da percorrere, meglio chiedere. 

Monti Russu, Aglientu

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso un’altra spiaggia poco frequentata, dove il vento è molto forte e il paesaggio ricorda quasi le coste irlandesi, con la vegetazione che arriva a lambire il mare e le scogliere sferzate dalle onde. Qui trascorriamo un paio d’ore praticamente da soli, in compagnia esclusivamente di una coppia con un cane.

Cominciamo a domandarci dove vada in spiaggia la gente, da queste parti.

Giorno 4

San Teodoro – Cala Brandinchi, Lu Impostu, La Cinta

Ecco la risposta alla domanda: “dove va la gente in spiaggia, da queste parti”. Sono tutti a Cala Brandinchi, e come dar loro torto, del resto? 

Mettete in conto un bel tratto di strada, San Teodoro dista quasi ottanta chilometri da Santa Teresa e non è proprio come farli sull’autostrada del sole, ma vi assicuro che ne vale la pena. Mi ricordavo di questa spiaggia dov’ero stata da bambina e la memoria non m’ingannava: se avete la fortuna di vederla con la condizione di luce giusta, vi sembrerà di trovarvi davanti al mare di un’isola tropicale. L’acqua è azzurra, quasi trasparente, e la sabbia è bianchissima. 

Il rovescio della medaglia è che è una spiaggia assai nota, quindi è molto affollata, i servizi sono molto costosi (noi eravamo attrezzati, ma per curiosità abbiamo chiesto il prezzo di una postazione nei lidi attrezzati e sfioravano quasi sempre i cinquanta euro per due lettini e un ombrellone!) e dopo un po’ potreste trovarla troppo rumorosa per i vostri gusti.

Il consiglio è di approfittarne per vedere le altre bellissime spiagge di San Teodoro, Lu Impostu che è la “gemella” di Cala Brandinchi e La Cinta, una distesa di dune di sabbia. Anche queste sono molto frequentate, ma meritano di essere viste.

San Teodoro, tra l’altro, è un gioiellino, secondo me la cittadina più graziosa della Costa Smeralda e la sera è molto viva, fermatevi qui almeno per un aperitivo (anche perché Santa Teresa, Palau e Arzachena diciamo che non si contraddistinguono per la vita notturna!).

Giorno 5 

Liscia e Cala Ruja, Arzachena

Il maestrale imperversa sulla parte più settentrionale dell’isola, ci spingiamo quindi nuovamente a sud, sempre lungo la Costa Smeralda, fermandoci questa volta ad Arzachena, nella spiaggia che secondo me rappresenta un compromesso perfetto tra bellezza, comodità, affollamento e costo: Liscia Ruja

Qui, dopo che Google Maps ha tentato di farci scendere lungo una scogliera, raggiungiamo un parcheggio a pagamento – non ricordo esattamente quale fosse la tariffa oraria, ma credo ci sia un forfait per la giornata intera che ai tempi si aggirava sui 14/15€ – e vi assicuro che abbiamo visto fare molte multe a chi parcheggiava selvaggiamente nella pineta, quindi ve lo sconsiglio. 

Liscia Ruja è una spiaggia piuttosto ampia, il che vi consentirà di godervela senza folle eccessive (almeno, noi non l’abbiamo trovata particolarmente affollata. Era uno degli ultimi giorni di luglio 2015, la situazione in altri anni e magari in agosto potrebbe essere parzialmente diversa), anche perché solo una piccola parte è attrezzata, la maggior parte è libera.

Qui il mare è davvero smeraldino, un fenomeno dovuto alla fitta vegetazione che circonda la spiaggia, e se arrivate al mattino presto lo vedrete luccicare di tonalità incredibili. 

Se la percorrete tutta, troverete poi una serie di piccole calette adiacenti con insenature sabbiose nelle rocce rossastre, un vero spettacolo. Potete anche noleggiare un kayak in uno dei lidi e raggiungere le calette via mare!

Giorno 6

Li Piscini, Arzachena

Li Piscini, Arzachena

Il maestrale non si placa (la proprietaria del b&b commenta amaramente che a volte va avanti per settimane e ci suggerisce un posto dove fare windsurf, Porto Pollo) quindi torniamo ad Arzachena, fermandoci questa volta un poco più a nord, nella spiaggia chiamata Li Piscini, e non è difficile indovinarne la ragione: si tratta di un’insenatura molto profonda nella costa che crea una sorta di piscina naturale molto riparata, il che la rende perfetta per le giornate di maestrale!

Baia Santa Reparata, Santa Teresa 

Ad Arzachena compriamo del formaggio di capra, dei vasettini di miele, pane carasau e una bottiglia di vino bianco – ah, e un cavatappi che è poi rimasto nella mia auto per quasi due anni! – e con il nostro bottino improvvisiamo un aperitivo sulla spiaggia di Baia Santa Reparata, a Santa Teresa, da dove si gode di un bel tramonto. Il fatto che per tutto il giorno abbia soffiato forte il maestrale fa sì che il cielo sia particolarmente limpido e la spiaggia particolarmente deserta, una combo perfetta per goderci un bicchiere di vermentino.

Giorno 7

La Maddalena 

Finalmente il vento ci concede un giorno di tregua e ne approfittiamo per esplorare l’arcipelago della Maddalena, facilmente raggiungibile da Palau con il traghetto (ma senza auto, che vi conviene lasciare a Palau. Col senno di poi, credo che sarebbe stato bello dormire una notte qui, perciò pensateci, se state progettando di venire da queste parti.

Appena approdati, comunque, noleggiamo un motorino e iniziamo l’esplorazione dell’isola, fermandoci per un bagno alla spiaggia di Bassa Trinita e attraversando poi il ponte che ci conduce sulla vicina isola di Caprera.

Cala Coticcio, Caprera

Qui decidiamo di affrontare il non semplicissimo sentiero per raggiungere a piedi Cala Coticcio, una delle spiagge più belle dell’arcipelago – e forse una delle più belle che abbia mai visto. La sfacchinata è notevole, soprattutto se affrontata senza l’attrezzatura adatta (portatevi delle scarpe da trekking) e magari sotto il sole del primo pomeriggio, ma lo spettacolo che vi attende all’arrivo vi ripagherà di ogni fatica.

Tra l’altro è stato scendendo a Cala Coticcio che ho fatto il mio primo (il secondo sarebbe stato in Grecia, due anni dopo) incontro con un branco di capre, la cui presenza ci è servita, tra l’altro, a capire che stavamo percorrendo il sentiero sbagliato. 

Cala Coticcio, come l’altrettanto bella Cala Napoletana, sono raggiungibili anche via mare, noleggiando un gommone o partecipando ad una gita organizzata, ma volete mettere la soddisfazione di arrivarci dopo quaranta minuti di sfacchinata?

Cala Coticcio

Giorno 8 

Nuraghe La Prisgionia

Che fai, vai in Sardegna e non vai a vedere i nuraghi? Mattinata archeologica obbligatoria, anche perché queste singolari costruzioni, vi accorgerete, sono raccontate molto bene dalle guide locali.

Valle dell’erica, Santa Teresa di Gallura

Pomeriggio, invece, in spiaggia. L’assenza del maestrale permette di godersi quest’ampia spiaggia del nord da cui si gode di una bella vista su Spargi e sul resto dell’arcipelago della Maddalena, poco affollata e circondata da rigogliosa vegetazione. 

Valle dell’erica

Giorno 9

È il nostro ultimo giorno, scegliamo di tornare in quella che, considerando vari fattori tra cui la facilità nel raggiungerla, è stata la nostra spiaggia preferita, Liscia Ruja. Di solito non torno mai nella stessa spiaggia, ma questa volta faremo un’eccezione! 

La nave parte da Olbia a mezzanotte, quindi abbiamo tempo per un’ultima giornata in spiaggia e un ultimo aperitivo da Frades, a Porto Cervo.

i culurgiones di Frades

Dove mangiare in Gallura – tre indirizzi imperdibili tra Santa Teresa e la Costa Smeralda

CuCumiao, Palau

Scoperto cercando su Google “dove mangiare il maialino in Gallura”, è schizzato in cima al podio dei ristoranti provati in Gallura, tanto che ci siamo tornati una seconda volta. Trattoria tipica arredata in stile rustico che serve piatti della tradizione semplici, come il pane guttiau, una specie di pane carasau condito con olio e rosmarino, e meno semplici, come il maialino appunto (servito solo su prenotazione e per due persone minimo) o i malloreddus. 

Ottime anche le seadas!

Frades, Porto Cervo

In un panorama gastronomico indirizzato ad un pubblico spesso più interessato all’apparenza che alla sostanza, Frades è una boccata d’aria fresca: un pastificio gestito da tre fratelli (infatti “frades” significa fratelli in sardo), all’epoca giovanissimi, che unisce lo spazio di vendita ad alcuni tavoli per l’aperitivo o un pranzo veloce. Non potete andarvene dalla Costa Smeralda senza aver provato i culurgiones di Frades, classici o rivisitati, ripassati sulla piastra. Praticamente tutto ciò che trovate nel menù, dai vini, ai salumi ai formaggi, è acquistabile all’interno della bottega. 

Cinque anni fa, il locale aveva aperto da poco, era genuino e brillante. Non posso prevedere quale sia stata la sua evoluzione nel corso del tempo, ma mi auguro abbia conservato quella passione con cui uno dei titolari ci raccontava degli abbinamenti dei suoi culurgiones nell’estate del 2015.

Da Thomas, Santa Teresa di Gallura

Il bello della Gallura, e della Sardegna in generale, è che nello stesso luogo convivono tradizioni antiche, contadine e semplici, e contesti molto raffinati, persino un po’ “fighetti”. Così, si passa da una serata alla sagra del cinghiale – vi auguro di avere la fortuna di capitare a Santa Teresa nei giorni in cui è in programma – al tavolo a lume di candela da Thomas, con l’antipasto di crudité, la fregola ai frutti di mare, le linguine all’astice e una ricca lista di vini. 

Cosa fare in Gallura di sera

Se non vi interessano i locali alla moda di Porto Cervo, la cosa più mondana che potete fare la sera in Gallura è una passeggiata tra i mercatini a Palau e un gelato nella piazza di Santa Teresa.

Non sono località in cui fare baldoria di notte, è evidente, ma alla fine va bene così. Potete prendere un telo, una bottiglia di vino e andare sulla spiaggia di Rena Bianca, che di giorno è davvero troppo affollata, e guardare le stelle respirando l’inconfondibile profumo della macchia mediterranea, del mirto e del mare. Della Sardegna, insomma.