Provenza per la fioritura della lavanda

Immagino che andare in Provenza per la fioritura della lavanda sia un desiderio diffuso, ecco quindi i dettagli del weekend organizzato da noi alla scoperta di questa meravigliosa regione!

i dettagli

dove: Provenza (route de la lavande) e Parco Nazionale delle Calanques
come: auto
cosa: natura, paesaggi, borghi, mare, trekking
quando: estate
per quanto: 3/4 giorni
a quanto: 200-300€ a testa

Finalmente, dopo che la fioritura della lavanda aveva occupato per anni le prime posizioni della mia “bucket list”, nel 2018 ho organizzato un weekend lungo in Provenza, togliendomi la curiosità e riempiendomi gli occhi – e la memoria della macchina fotografica – di meraviglia.

Provenza per la fioritura della lavanda: quando andare


Se decidete di visitare la Provenza in questo magico periodo dell’anno dovete tenere a mente una cosa fondamentale: la fioritura della lavanda non avviene sempre nello stesso periodo, non ha sempre la stessa durata né la stessa intensità. Il periodo migliore va da fine giugno a metà luglio, se arrivate troppo presto rischiate di non trovarla all’apice della sua bellezza, ma se arrivate troppo tardi potreste non trovarla affatto: quasi tutti i borghi provenzali, infatti, organizzano intorno alla seconda/terza settimana di luglio delle Feste della Lavanda che di fatto sanciscono il momento della raccolta.
Se potete permettervi di prenotare all’ultimo momento, come ho fatto io, cominciate a sbirciare i forum di fotografia dove gli appassionati si scambiano consigli e di solito hanno qualche inviato sul posto che monitora la situazione. Io, seguendo i suggerimenti di un forum di canonisti, ho optato per il secondo weekend di luglio.

Provenza per la fioritura della lavanda

l’itinerario giorno per giorno

giorno 1

partenza nel pomeriggio con tappa panoramica nel principato di Monaco e deviazione con cena a Saint Raphael, sulla Costa Azzurra. L’intento è di dormire sul posto per poter vedere l’alba sui campi di lavanda, ma è una (mezza) giornata di viaggio facilmente eliminabile.
Alloggeremo per due notti a Manosque in un hotel piuttosto spartano ma in una posizione comoda per raggiungere i campi di lavanda e ad un prezzo decisamente onesto (circa 130€ per due notti)

giorno due 

(Valensole – Moustiers Saint Marie – Gole del Verdon – Valensole)

sveglia prestissimo per essere a Valensole prima dell’alba. Valensole è sicuramente la località più nota, tant’è che il campo più famoso – quello con i due alberelli, per intenderci – è addirittura inserito su Google Maps, vi basterà cercare “champs de lavande”.

Provenza per la fioritura della lavanda

Dopo aver scattato un buon centinaio di foto, ci spostiamo a Moustiers Saint Marie (38 minuti di auto), un delizioso borghetto costruito tra le montagne, dove i colori pastello e il profumo di lavanda la fanno da padroni. Ci innamoriamo anche di un ristorantino con una terrazza a strapiombo sul torrente, ma alla nostra richiesta di prenotare alle 21 (abbiamo una fitta lista di cose da fare prima di sera) storcono il naso, quindi ripartiamo in direzione Gole del Verdon, un autentico esempio di canyon europeo.

La visita alle Gole comincia dal laghetto di Saint Croix dove è possibile noleggiare canoe e pedalò e addentrarsi tra le scoscese pareti del canyon. Già visto dall’acqua, il paesaggio è mozzafiato e vi dimenticherete di essere in Europa, se poi avete ancora tempo ed energie a disposizione, è possibile percorrere un sentiero di circa 16km che conduce, tra dislivelli, gradini e tratti a strapiombo sul fiume, al Point Sublime, il punto d’osservazione più alto sul canyon, dal quale pare sia facile avvistare anche gli avvoltoi, anche se noi non ne abbiamo visti.

In realtà noi, provati dalla levataccia e dalla “pedalata” acquatica, decidiamo di raggiungere il Point Sublime in auto, attraverso una strada molto panoramica. Infine ripassiamo dai campi di Valensole per vedere il sole tramontare sulle distese di lavanda. Al tramonto, ovviamente, troverete molta più gente che al mattino ma esiste una sorta di regola non scritta per cui, per poter godere tutti di un buon punto di osservazione e realizzare ottimi scatti, ognuno si piazza in un filare, circa a metà del campo, e attende il calare del sole senza sbucare nelle foto altrui.

Provenza per la fioritura della lavanda

A questo punto siamo troppo stanchi per metterci a cercare un ristorante, quindi ci “accontentiamo” di un locale di una catena francese, “La Pataterie” (naturalmente, tutto è a base di patate), a due passi (letteralmente) dall’hotel.

giorno tre

(campi di lavanda – Abbazia di Senanque – Gordes – Aix en Provence) 

altro giorno, altra alba. Questa volta, superiamo Valensole e raggiungiamo un campo qualche chilometro più avanti, incrociato il giorno precedente andando a Moustiers Saint Marie. Purtroppo non sono riuscita a recuperare i dati gps del campo, ma seguendo le indicazioni per il borgo dovreste trovarvelo sulla destra. Mi aveva colpita la casetta in pietra e, in effetti, l’alba è stata molto suggestiva, nonostante il rumoroso set fotografico organizzato da un gruppo di russi a pochi passi da noi.

Ci dirigiamo poi all’Abbazia di Senanque, che dista circa un’ora da Valensole. Gli spazi interni dell’abbazia sono visitabili solo avvertendo per tempo i frati, perciò noi, che abbiamo organizzato tutto last minute, ci limitiamo a passeggiare negli spazi aperti, osservando i filari di lavanda davanti all’edificio. Qui, a differenza di Valensole, la lavanda sta già scolorendo, è molto meno brillante e meno profumata.

La tappa successiva è Gordes, grazioso paesello arroccato sulla montagna, in cui perdersi tra le stradine acciottolate e prendere gustosi prodotti locali nei numerosi forni del centro storico.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Aix-en-Provence, dove la parata per il 14 luglio e il caldo asfissiante rendono il giro della città non molto piacevole, ma torniamo in serata, dopo aver preso possesso del nostro bilocale prenotato tramite Airbnb (circa 50€), e le strade del centro sono allegre e super popolate, tanto che trovare un ristorante per la cena non risulta facilissimo, ma riusciamo ad assaggiare una buona anatra e un bicchiere di Bordeaux.

giorno quattro

(Parco Nazionale delle Calanques) 

partiamo di buon’ora (ma non all’alba!) per raggiungere il Parco Nazionale delle Calanques, un parco che si estende tra Cassis e Marsiglia e nasconde tantissime piccole calette, alcune più accessibili di altre. Percorriamo una parte della panoramica Route des Crêtes (nome che, abbiamo scoperto, in Francia indica praticamente tutte le strade panoramiche, come quella delle Gole del Verdon) per raggiungere Cap Canaille, la falesia più alta d’Europa, dalla quale la vista spazia fino a Marsiglia.

Decidiamo di fermarci a La Ciotat e pranzare vista mare nella graziosa Calanque de Figuerolle con una gustosa porzione di paella acquistata al mercatino domenicale. Ci informiamo all’ufficio del turismo per prendere parte ad un tour in barca che tocca sette calanques nascoste nelle insenature del mare, difficili da raggiungere via terra, e ci rechiamo per tempo al molo indicato, salvo scoprire che il tour è stato annullato per via dell’imminente finale dei mondiali.

Calanque de Figuerolle

Delusi e un po’ scoraggiati, scegliamo la caletta che offre il miglior compromesso tra accessibilità e bellezza e ci avviamo verso la Calanque de Port-Pin, che si raggiunge con un percorso di trekking piuttosto facile (benché per buona parte sotto il sole) di un’oretta dalla Calanque di Port-Miou, dove si può lasciare l’auto (noi in realtà la lasciamo qualche chilometro prima, ma la prima parte del percorso è pianeggiante e a tratti ombreggiato). In realtà, la caletta più bella sembra essere la Calanque d’En-Vau, ma da Port-Pin ci vogliono altre due ore di cammino e noi dobbiamo tornare a Milano, quindi ci concediamo un bagno rinfrescante a Port-Pin, ascoltiamo la telecronaca della partita trasmessa dalle radio dei (pochi) francesi sulla spiaggia e poi ritorniamo verso la macchina, fermandoci a fare un aperitivo a base di ottimi formaggi locali in un localino sulla spiaggia a Cassis, che intanto viene invasa dai caroselli delle auto che festeggiano la vittoria.

Calanque de Port-Miou

Non conoscevamo il Parco Nazionale delle Calanques e ci lascia un po’ l’amaro in bocca l’escursione mancata, ma allo stesso tempo offre il pretesto per ritornarci, magari dedicando un lungo weekend esclusivamente a questa zona poco nota della Francia meridionale.