weekend in Lussemburgo

Complice un volo a prezzi che non vedevo dal 2019 (parliamo di meno di 50€ A/R) ho scelto di trascorrere un weekend in un paese europeo che non avevo mai considerato, il Lussemburgo, l’unico Granducato al mondo, incastonato tra Belgio, Francia e Germania e per tante ragioni, non soltanto geografiche, al centro della storia europea. Vi do qualche consiglio se anche voi deciderete di trascorrere un weekend in Lussemburgo.

cosa fare in un weekend in Lussemburgo 

La capitale del Lussemburgo, città di Lussemburgo, si sviluppa su diversi livelli: la Ville Haute, la città alta, su un promontorio roccioso che si protende sul fondovalle, dove ci sono i pittoreschi quartieri del Grund e di Pfaffenthal. La città è piccola e raccolta e si gira in qualche ora, godetevela senza FOMO.

Lussemburgo vista dal quartiere del Grund

Il Lussemburgo conta quasi mille chilometri di piste ciclabili. Alcune affiancano le strade “normali”, altre sono percorsi esclusivi per le bici, nelle campagne e nei boschi. Per muovervi in città potete sfruttare il comodo bike sharing cittadino, Vel’Oh, gratuito per la prima mezz’ora; se, invece, volete esplorare i dintorni, potete noleggiare una bici o una e-bike per qualche ora, per l’intera giornata o per tutto il weekend.

Noi l’abbiamo fatto da Velo en Ville, che su Maps trovate come City bike asbl, nel quartiere del Grund, e da lì abbiamo percorso la pista ciclabile 15, che costeggia il fiume Alzette, fino a Ettelbruck, da cui abbiamo ripreso il treno per tornare indietro. La ciclabile – 30km, contate un paio d’ore – si snoda tra campagne e boschi, passa accanto a campi di grano e pascoli di mucche, si insinua nei paesini ed è un ottimo modo per avere uno spaccato della vita quotidiana dei lussemburghesi fuori dalla città, e anche per godervi una natura estremamente lussureggiante.

In Lussemburgo tutti i mezzi pubblici, dai bus cittadini ai treni, sono gratuiti. L’unica esclusione riguarda i posti di prima classe sul treno, per il resto potrete usare liberamente qualsiasi mezzo, anche caricandovi la bici (qualche bus, tuttavia, ne accetta solo una alla volta). la rete di mezzi è efficiente e capillare, potete raggiungere diverse cittadine del paese.

Nella zona della Mosella, al confine con la Germania, si producono vini bianchi e rosati simili ai vicini vini alsaziani. La zona è anche molto scenografica, con le colline coperte di vigne. Potete raggiungere Remich, il centro più turistico dell’area, in autobus (circa un’ora) o con una visita guidata. 

Questo piccolo paese è uno dei membri fondatori dell’UE. Schuman, che il 9 maggio 1950 pronunciò a Parigi il famoso discorso oggi considerato “fondativo” dell’unione (tant’è che festeggiamo l’Europa proprio il 9 maggio) era lussemburghese. Ma lussemburghese è anche la cittadina di Schengen, dove venne siglato l’omonimo trattato che consente alle persone con cittadinanza europea di muoversi liberamente all’interno dell’Unione. Qui c’è anche un museo dedicato alla storia dell’Europa, che però è attualmente chiuso per essere rinnovato. Riaprirà nel 2025 e promette di essere molto interessante 

giorno 1

iniziamo l’esplorazione di città di Lussemburgo dal luogo in cui iniziò la storia del Granducato, sul promontorio roccioso del Bock, dove il conte Sigfrido nel 963 acquisì una proprietà.

La storia si mescola alla leggenda perché si narra che il conte fosse invaghito di una donna bellissima, Melusina, che accettò di sposarlo purché lui le lasciasse tutti i sabati liberi. Dopo qualche tempo, tuttavia, il conte cominciò a sospettare che lei non fosse fedele e un sabato la seguì per spiarla; non la trovò con un altro uomo, come temeva, ma la vide immergere una coda di pesce nelle onde del fiume: Melusina era una sirena. Lei si accorse di essere spiata e se ne andò senza fare mai più ritorno.

Oggi la peculiarità del promontorio roccioso su cui sorgeva il primo insediamento lussemburghese è che è percorso da una serie di tunnel – casematte, infatti, deriva da una parola greca che significa baratro, non ha niente a che vedere con la follia delle abitazioni – costruiti con funzione difensiva nel diciassettesimo secolo e utilizzati fino alle due guerre mondiali, quando qui trovarono rifugio decine di migliaia di persone. Si può visitare una parte di questi tunnel, che garantiscono un affaccio molto panoramico sul Grund

Dopo averlo visto dall’alto, scendiamo nel pittoresco quartiere a fondovalle. Con le case a graticcio affacciate sull’Alzette, il fiume che attraversa la città, questo quartiere offre scorci molto belli e un vivace panorama gastronomico. Ne approfittiamo per fare un pranzo da La Grocerie e ricaricarci in vista del pomeriggio “sportivo”.

Alle 13, infatti, non appena il negozio di noleggio bici riapre dalla pausa pranzo, noleggiamo due e-bike e imbocchiamo, proprio dal Grund, la ciclabile dell’Alzette, la numero 15. Tendenzialmente è ben segnalata e anche le aree chiuse per via di recenti inondazioni avevano indicazioni chiare per le deviazioni, quindi non dovreste avere problemi a seguirla fino a Ettelbruck, un paesino in cui il tempo sembra essersi fermato – almeno, questa è stata la nostra sensazione davanti alle coppe gelato anni novanta servite dal caffè Dolomiti – e da cui potete riprendere il treno per Lussemburgo (le corse sono abbastanza frequenti, il regionale espresso impiega meno di mezz’ora, il regionale standard quaranta minuti)

giorno 2

Pfaffenthal è un grazioso quartiere residenziale, comodo per alloggiarvi, ma privo di soluzioni per la colazione, almeno la domenica mattina, quindi ci dirigiamo abbastanza in fretta verso l’ascensore panoramico che dal fondovalle conduce alla Ville Haute. La peculiarità di questo ascensore, rispetto a quello del Grund, è che è tutto di vetro, quindi consente di avere una bella vista sul fondovalle. In cima c’è anche una passerella panoramica che si conclude con un box che ha anche il pavimento di vetro, non adatto se soffrite di vertigini.

È il momento di perderci nelle stradine patrimonio UNESCO della città alta: iniziamo dal Palazzo Granducale per poi spostarci verso place Guillame II (il sabato mattina c’era un bel mercato, la domenica era invece abbastanza vuota) e l’animatissima place d’Armes, circondata da bar e ristoranti con dehor e dove abbiamo anche assistito ad un concerto di una banda. Percorrendo la “Montenapoleone” di Lussemburgo raggiungiamo place de la Constitution, in cui in questo periodo è stata allestita una bellissima spiaggia cittadina con qualche camioncino di street food. A pochi passi dalla piazza c’è il Ponte Adolphe, che ha uno speciale camminamento sotto le volte che offre una bella vista su place de la constitution e sulla cattedrale.

weekend in Lussemburgo
la vista da Ponte Adoplhe

Dopo pranzo percorriamo la passeggiata panoramica che dal promontorio del Bock si snoda lungo il perimetro della città alta offrendo viste sul Grund. Continuando a seguire la passeggiata si arriva in un roseto, da cui poi si accede all’enorme Parc de la Petrusse, dove possiamo goderci un po’ di verde prima di chiudere il cerchio in place de la constitution da cui prenderemo il bus per la nostra prossima meta.

Proprio poco prima dell’imbocco dello scenografico ponte rosso c’è un monumento che ricorda il discorso che Schuman tenne a Parigi nel maggio del 1950 auspicando una collaborazione europea, poi considerato tra i momenti fondativi dell’Unione. Il monumento in sé non è niente di che, più significativo che bello, potremmo dire. Proseguendo lungo il ponte, che vi permette di avere un’ultima vista panoramica sulla città da una prospettiva diversa, raggiungiamo Place de l’Europe e la zona in cui si trovano alcune istituzioni europee come la corte di giustizia. Architettonicamente interessanti sono anche il museo di arte moderna e la Philarmonie. Da qui possiamo prendere il bus che in una ventina di minuti ci porterà all’aeroporto.

dove alloggiare per un weekend in Lussemburgo

Gli alloggi sono mediamente cari. Difficile trovare una stanza per due a meno di 100€ a notte, soprattutto se si vuole alloggiare nella zona vecchia della città, tra le vie pittoresche della Ville Haute o nei quartieri a fondovalle di Pfaffenthal e Grund, che vi consiglio sia per la loro bellezza, sia per la vivacità serale. Noi abbiamo scelto questa mini-casa nel quartiere di Pfaffenthal, a dieci minuti dal Grund e a pochi passi dall’ascensore panoramico che conduce alla Ville Haute. Posizione comoda e casetta piccola ma super attrezzata, con apprezzatissimi prodotti di grande qualità per la doccia, attenzione non scontata.

dove mangiare durante un weekend in Lussemburgo

La cucina lussemburghese è, un po’ come quella della vicina Alsazia, un riuscito mix di cucina francese – dalla quale ha ereditato soprattutto una gran passione per vini e formaggi – e tedesca, di cui riprende alcuni piatti estremamente gustosi, anche se non proprio leggeri. Attenzione soltanto alle chiusure domenicali, abbastanza frequenti per i ristoranti!

Ecco qualche indirizzo da non perdere:

la Grocerie

gastronomia che propone formaggi da produttori del territorio, vini locali e poi la specialità della casa, il pastrami. Andateci per la qualità dei prodotti, ma anche per la gentilezza e disponibilità dei proprietari, contenti di dare suggerimenti e spiegare le caratteristiche di vini e formaggi. È chiuso la domenica.

La cave à manger

Anche qui, i formaggi la fanno da padroni. C’è un bel banco da cui si attinge per creare il tagliere che non potete perdervi se siete amanti dei formaggi francesi, così come altamente consigliato è il camembert al forno da sciogliere sulle patate. Qui abbiamo trovato un servizio un po’ meno affabile, ma il conto è onesto e i formaggi davvero ottimi. Chiuso la domenica.

Cafè Restaurant Um Dierfgen

Siccome la cucina lussemburghese è un mix tra quella francese e quella tedesca e le precedenti proposte guardano più alla Francia, ecco un locale in cui assaggiare qualcosa di più “germanico”: kniddelen (una sorta di gnocchi di farina simili ai canederli ma più piccoli e “leggeri”) e la choucroute, crauti marinati accompagnati in genere da salsicce di vario tipo. Anche qui ottimi vini locali. Domenica aperto, meglio prenotare.

Chocolate House Nathalie Bonn

Se siete amanti del cioccolato, potete venire a provare la specialità locale, una sorta di marshmallow inzuppati nella cioccolata calda. Noi l’abbiamo scelto per colazione e forse in realtà non è stata l’idea migliore, colazione non molto varia e un po’ overpriced. Le torte, però, soprattutto quelle al cioccolato, sembravano molto buone.

Kumpir – the happy potato

Infine, faccio una cosa che non faccio quasi mai: vi suggerisco un posto che non ho provato, ma che mi ero segnata e che mi dà una gran fiducia a giudicare da foto e recensioni. Si tratta di un locale che propone lo street food più famoso di Ortakoy (un quartiere di Istanbul), il kumpir: una patata al cartoccio ripiena di qualsiasi cosa. Anche questo, ahimè, chiuso la domenica.

Meta di emigrazione di tanti connazionali, il Lussemburgo conta trentamila italiani residenti. Mentre raccontavo di questo viaggio su Instagram sono stata contattata da Amelia Conte, che ringrazio, che mi ha segnalato Passaparola, un progetto dedicato a italiani che risiedono in Lussemburgo o desiderano farlo ma anche ai semplici visitatori. Possono organizzare visite guidate e, in generale, sfogliare il sito e il magazine è interessante per capire la vita degli expat e quanto rimanere legati alle proprie radici sia importante.

Spero di avervi incuriosito con il racconto di un weekend in Lussemburgo. Se cercate un’altra meta insolita per un weekend vi consiglio di leggere l’articolo su Manchester. Se, invece, il kumpir vi ha ingolosito e volete approfondire, qui trovate l’articolo dedicato a Istanbul.