Due giorni in Valle d’Itria

itinerario alla scoperta delle città bianche della Puglia

Distese di ulivi a perdita d’occhio, antiche masserie, una tradizione enogastronomica senza pari – vi dico solo: stracciatella – e, ovviamente, i caratteristici trulli. Questa è la Valle d’Itria, una porzione di terra compresa tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, che dall’entroterra si allunga sul mare. Da Polignano, con la sua celebre caletta racchiusa tra le rocce, al peculiare centro storico di Locorotondo passando per i vicoli di Ostuni: vi propongo un itinerario di due giorni alla scoperta delle “città bianche” della Puglia.

L’itinerario in breve

Giorno 1

(Trani)

Polignano a Mare

San Vito di Polignano

Monopoli

Cena in masseria

Giorno 2

(Alberobello)

Ostuni

Cisternino

Ceglie Messapica

Locorotondo

Dove dormire

Il mio consiglio è di scegliere un alloggio in una posizione piuttosto centrale (Locorotondo o Cisternino potrebbero essere l’ideale) in modo da muoversi agevolmente tra i vari paesi. Prediligete l’entroterra rispetto alla costa perché vi troverete immersi in meravigliose distese di ulivi e approfittatene per dormire in una delle strutture tipiche della zona, una masseria o, perché no?, un trullo (io l’ho anche inserito tra le 100 cose che vorrei fare in Italia una volta nella vita).

Noi abbiamo prenotato con scarso anticipo, quindi la scelta era abbastanza limitata, ma abbiamo avuto la fortuna di trovare una casa in una posizione strategica (tra Ostuni e Cisternino) nonché panoramica, completamente immersa negli ulivi. 100€ a notte (a metà agosto) per cinque ospiti. 

Unica pecca (se si può considerare tale): connessione introvabile, sarete costretti a rimanere offline.

Giorno 1

Tappa bonus – Trani

Non siamo ancora nella Valle d’Itria, lo so, ma valicare il confine pugliese, anche se sono appena le otto del mattino, ci fa venire una gran voglia di focaccia barese, e ci impone una sosta a Trani, bellissima città protesa sul mare, con la cattedrale di San Nicola che affaccia sul golfo.

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Sono le prime ore del mattino e le strade si popolano poco per volta, ci godiamo una passeggiata sul lungomare, tra il porto con le sue casette colorate e il castello svevo. 

Prima di andare via, compriamo dell’ottima focaccia con i pomodori al Panificio del porto, rigorosamente da gustare vista mare. 

I nostri due giorni pugliesi non potevano iniziare meglio.

Polignano a Mare

Sempre gettonatissima, sempre affollata, eppure sempre affascinante. Ci torniamo volentieri, a tre anni dalla nostra prima visita, per trovarla ancora più gremita di gente. 

La caletta è alla sua capienza massima – la volta scorsa avevamo tentato una rapida discesa, questa volta non ci proviamo neppure – ma passeggiando tra i vicoli si trova ancora qualche angolo di pace dove apprezzare la bellezza del borgo. Consiglio spassionato: veniteci prestissimo.

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Altro consiglio: evitate i parcheggi vicino alla spiaggia, proseguite lungo lo stradone principale (via Pompeo Sarnelli) e superate la pompa di benzina: qualche parcheggio lungo la strada si trova sempre e dalle 13 alle 16 la sosta è gratuita.

San Vito di Polignano

Quando si avvicina l’ora di pranzo decidiamo di cercare fortuna fuori dal centro di Polignano e ne approfittiamo per vedere la frazione di San Vito, con la caratteristica abbazia affacciata sulla spiaggia e le barchette da pesca colorate

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Grazie ad uno di quei giri di conoscenze che ti ricordano che il mondo è davvero piccolo, salta fuori che un’amica del fidanzato di un’amica di mio marito (sì, mi sono persa anche io) gestisce il locale sul molo, la Veranda di Giselda, dove con 25€ a testa dividiamo un po’ di antipasti di mare, cavatelli e una bottiglia di rosato. 

La brezza leggera, il profumo di mare (e di cibo) e un po’ di sonnolenza dovuta alla sveglia presto e al picco glicemico ci fanno temporeggiare a San Vito più del dovuto, con somma invidia per la signora dotata di sdraio portatile, che ha i piedi a mollo e un sorriso beato.

Monopoli

Ci facciamo coraggio e ripartiamo in direzione Monopoli.

La cosa che mi ha colpita di più, insieme ai vicoletti bianchi, abbelliti da fiori e piante grasse, è stata l’acqua cristallina della spiaggetta cittadina. Cammini tra la Cattedrale – con la curiosa vicenda dell’icona della Madonna arrivata miracolosamente via mare – e i bastioni e d’improvviso senti sotto le scarpe l’inconfondibile strofinìo della sabbia e ti accorgi che la spiaggia è proprio lì accanto, in pieno centro! 

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Del resto, il nome della città rimanda subito alla sua unicità (“monos” solo, unico e “polis”, città), e invece non ha nulla a che fare con il noto gioco da tavola, lo sapevate?

Cena in una masseria

Tappa imprescindibile se ci si trova in Puglia è una cena in masseria. Se ne trovano per tutti i gusti, dalle più rustiche alle più lussuose, e per tutte le tasche. Molte, come quella in cui abbiamo cenato noi, la masseria Don Sante a Fasano, prevedono un menu fisso con diverse portate di piatti della tradizione, un buon metodo per assaggiare le tante prelibatezze della zona con una spesa decisamente contenuta (indicativamente sui trenta euro a persona, vino incluso). 

Giorno 2

Alberobello

Si tratta, in realtà, di un’aggiunta all’itinerario da noi realizzato, perché ad Alberobello siamo stati tre anni fa – ve lo racconto qui – e abbiamo preferito non tornare, dal momento che ci sembrava assai gettonata. Proprio per questo, il momento migliore per godersela, passeggiando in solitaria e in serenità tra i trulli, è la mattina presto. 

Senza la tappa ad Alberobello, la sveglia suona con calma intorno alle nove, ma vuoi perderti lo spettacolo di un’alba sugli ulivi? Questa volta impreziosita dal fattore comodità, perché me la sono goduta dalla terrazza di casa, per poi tornare a dormire.

Ostuni

Non ha bisogno di presentazioni, è la “città bianca” per eccellenza. Un dedalo di vicoli tutti così fotogenici da rischiare di rimanervi prigionieri per ore, senza alcun desiderio di andare via. Sosta di rito davanti alle celebri porticine colorate e, se ci tornate per il tramonto, ricordatevi di aspettarlo al Borgo Antico dove, complice il bianco abbagliante e i muretti smussati, vi sembrerà di esservi teletrasportati ad Oia.

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Cisternino

Per pranzo ci spostiamo nella piccola ma graziosa Cisternino, molto meno affollata di Ostuni, e troviamo senza fatica un tavolo da Pescè – fish&mang, dove ci lasciamo tentare dai gustosi accostamenti dei panini di mare e con una decina di euro a testa ci alziamo decisamente soddisfatti. Il paesino si gira in fretta, merita una sosta il belvedere sulla Valle d’Itria, per mettervi alla prova con la geografia locale e cercare d’indovinare quali siano i paesi visibili.

Ceglie Messapica

Arriviamo a Ceglie a metà pomeriggio, in pieno orario pennichella. Infatti, il paese è deserto e sembra quasi disabitato, tanto che trovare un bar aperto non risulta facile come previsto. Ma il fascino delle stradine addormentate e il vederle a poco a poco ripopolarsi, quasi fosse una seconda alba, ci ripaga della deviazione al nostro itinerario originario.

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Locorotondo

I nostri due giorni pugliesi si concludono qui, nel borgo che deve il suo nome all’insolita pianta circolare, ben osservabile dalla strada, benché non percepibile mentre ci si perde nei vicoli. Quando ci si affaccia ai numerosi belvedere, si ha la sensazione che debba esserci il mare sotto di noi, invece il paese si affaccia dalla Murgia direttamente sulla Valle d’Itria con le sue distese di ulive puntellate di trulli.

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Ovviamente, non possiamo lasciare la Puglia a pancia vuota, senza assaggiare ancora un po’ di stracciatella e il capocollo prodotto a Martina Franca, a pochi chilometri da qui e lo facciamo al Docks 101 che, per la cronaca, fa anche ottimi aperitivi.