Penisola di Reykjanes: cosa vedere

La penisola di Reykjanes, la protuberanza sudoccidentale dell’Islanda, protesa verso l’oceano atlantico a sud della capitale, è il primo impatto con l’isola. È qui, infatti, che si trova l’aeroporto internazionale di Keflavìk. Molti si lasciano presto alle spalle la penisola con il suo paesaggio lunare di campi di lava e si dirigono subito verso Reykjavìk ma negli ultimi mesi, dopo l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, questa zona ha visto un notevole incremento del turismo. A mio parere, ci sono diverse cose interessanti da visitare e vi propongo quindi una breve guida alle penisola di Reykjanes: cosa vedere, dove alloggiare e dove mangiare.

penisola di Reykjanes: cosa vedere 

Il vulcano Fagradalsfjall

Impossibile non partire dal grande protagonista della zona, il vulcano che ha ripreso la sua attività, dopo secoli di quiescenza, lo scorso marzo, con fiumi di lava e qualche sbuffo di cenere e lapilli (visibile, con un po’ di fortuna, anche dall’aereo al momento dell’atterraggio).

Penisola di Reykjanes: cosa vedere

Inseriamo Fagradalsfjall sul navigatore e in prossimità di quello che Google Maps decreterà come arrivo si trovano diversi parcheggi. Non lasciate l’auto sul ciglio della strada e non dimenticatevi di pagare la sosta tramite l’app Parka.is che si ritrova in diversi altri posti. Il parcheggio (non custodito) costa circa 6€ per tutto il giorno.

Lasciata l’auto, ci dirigiamo verso l’inizio del sentiero, che ad un tratto si divide: da una parte la salita al cratere (non sempre raggiungibile per via delle condizioni legate alla densità del fumo, noi per esempio siamo arrivati soltanto fino ad una prima vetta, poi non si vedeva nulla e siamo tornati indietro), dall’altra la discesa al fiume di lava solidificato ma ancora fumante.

Il mio consiglio è di fare entrambi i percorsi, partendo da quello più faticoso – la salita – e da lì riallacciandosi sul sentiero che porta al serpentone di lava. Soltanto dall’alto, infatti, si riesce ad avere un’idea di quanto imponente sia stata la colata di lava, che sembra quasi aver scavato la valle in direzione del mare.

Penisola di Reykjanes: cosa vedere

È pericoloso visitare il vulcano Fagradalsfjall?

Non è un sentiero pericoloso né particolarmente impegnativo, sono sufficienti buone scarpe da trekking (e racchette, se le usate e le avete con voi). Non c’è da temere neppure per la vicinanza al vulcano: i vulcani di questa zona sono effusivi e non esplosivi, quindi non c’è da temere! Inoltre nei momenti di attività del vulcano, che ora si è molto ridotta rispetto alla primavera, le zone più pericolose vengono chiuse al pubblico.

la cittadina di Grindavìk

Il centro abitato più grande della zona è Grindavìk, una cittadina organizzata intorno al suo porto, sempre in piena attività. È una buona base sia per l’alloggio (noi abbiamo dormito qui una sera) sia per ristoranti e supermercati, perché ce ne sono diversi.

Passeggiando lungo la costa, insieme a diverse pecore, si incontrano detriti e relitti di navi trascinate a riva dalla forza delle onde.

l’’area geotermale di Gunnuhver, Reykjanesviti e le scogliere di Valahnukur

Proseguendo da Grindavìk lungo la costa si raggiunge l’estremità della penisola, segnalata dal faro più antico d’Islanda, il Reykjanesviti, che svetta su una collina verde tra l’area geotermale di Gunnuhver, con le sue fumarole e i suoi geyser, e le scogliere di Valahnukur, formazioni laviche (come tutto qui intorno) abitate da diversi uccelli marini.

La cosa più emozionante di queste scogliere? Sapere che qualche centinaio di chilometri di fronte a noi, ora, c’è la Groenlandia.

ponte fra due continenti

Tornando un poco verso l’interno si raggiunge questo ponte costruito tra la placca nordamericana e quella euroasiatica, che in questo punto, più che altrove, si allontanano ad una considerevole velocità, fino a due centimetri all’anno. Non è certo un punto panoramico, ma è divertente l’idea di camminare tra le due placche e passeggiare nella faglia, immaginando la deriva dei continenti.

Penisola di Reykjanes: cosa vedere

Hafnaberg Cliffs

Altre aspre scogliere, ottimo punto d’osservazione per il tramonto, che noi purtroppo in questa zona non abbiamo visto perché il cielo era sempre piuttosto coperto.

I villaggi di pescatori: Hafnir, Sandgerði, Garður 

A nord della penisola si incontrano alcuni villaggi di pescatori che non pullulano certo di vita ma regalano ottimi scorci sull’oceano. L’estremità settentrionale è segnata da un altro faro, il Garðskagi, con un’ampia spiaggia sulla quale passeggiare, se non trovate il vento gelido che vi abbiamo trovato noi.

Bláa Lónið 

Attraversando chilometri e chilometri di campi di lava, si raggiunge una delle attrazioni più visitate dell’Islanda intera, la Bláa Lónið o Blue Lagoon, una sorgente termale di acqua sulfurea quasi bianca che si mantiene durante tutto l’anno ad una temperatura di 38 gradi circa. 

Penisola di Reykjanes: cosa vedere

Ne vale la pena?

Nonostante la Blue Lagoon sia forse il luogo più “turistico” dell’Islanda, secondo me vale decisamente la pena di trascorrervi qualche ora. Il pacchetto “comfort” che comprende ingresso, un drink in omaggio e una maschera per il viso al fango di silice, costa dai 42 ai 56€ in base all’orario (gli orari più gettonati, verso il tardo pomeriggio, costano di più). 

Sicuramente la sera è il momento ottimale per godersela, ma quest’estate, forse per via del minor afflusso di turisti a causa del Covid, la piscina termale chiude alle 20.30 (a differenza di quanto segnalato dalla Lonely, aggiornata al 2018, che ne dà la chiusura a mezzanotte), e quindi bisogna tener presente che nel tardo pomeriggio si riempie parecchio. Noi siamo arrivati ad ora di pranzo ed era godibilissima!

Qualche consiglio

Non è necessario noleggiare asciugamano o accappatoio (al contrario di quello che traspare dal sito) perché vengono forniti all’interno. Portatevi un costume al quale non tenete particolarmente perché l’acqua calda (caldissima) sulfurea potrebbe rovinarlo e ricordatevi di togliere tutti i gioielli che indossate, perché potrebbero ossidarsi e rompersi.

penisola di Reykjanes: dove mangiare

Papa’s restaurant, Grindavìk

Il primo fish ‘n chips islandese non si scorda mai. Anche perché c’è ancora l’entusiasmo dell’inizio, prima che la ripetitività dei menu islandesi non faccia venire a noia anche l’ottimo merluzzo impanato. Qui il pesce è freschissimo e la pastella ottima, il locale è molto semplice, quasi spartano, con qualche tavolo all’aperto per le giornate più calde.

40€ per due fish ‘n chips.

Bryggjan, Grindavìk 

Proprio nel porto di Grindavìk, tra un magazzino e l’altro, c’è questo caffè tanto squallido all’esterno quanto grazioso all’interno, accogliente e gradevole, decorato con boe, corde e vecchie fotografie. È molto frequentato dagli autoctoni, raduno degli anziani della zona al mattino, ed è ottimo per un pranzo o una colazione perché serve zuppe di pesce e torte fatte in casa, oltre a gustosi sandwich di pesce.

11,60€ per un sandwich al salmone e un piatto di waffles con panna montata e marmellata.

penisola di Reykjanes: dove alloggiare

Paradossalmente noi abbiamo trascorso qui, in quella che è forse la zona meno turistica dell’Islanda insieme ai fiordi occidentali, ben tre notti.

La prima, in realtà, è stata una notte a metà, perché siamo arrivati che erano ormai le quattro del mattino.

Avevamo calcolato una notte in più qui perché al momento della prenotazione, a fine maggio, era ancora previsto un tampone – con relativa attesa del risultato – all’arrivo anche per i vaccinati, ma una/due notti sono più che sufficienti.

iStay Cottages, Sandgerði

A pochi minuti dall’aeroporto, comodissimi per la prima notte, soprattutto se si arriva, come noi, in piena notte, questi graziosi cottage isolati si sono rivelati una delle sistemazioni più belle dell’intero viaggio.

Piccoli ma comodissimi, con una cucina comune dotata di tutti gli attrezzi necessari per cucinare e anche di alcune cose a disposizione per gli ospiti, come sale e olio, ma anche tortillas, salse, nachos e altri piccoli sfizi molto graditi quando non si ha ancora avuto l’occasione di fare la spesa.

Notevole anche il prezzo: 226€ per due notti! In Islanda, è praticamente un regalo.

Harbour View Cottages, Grindavìk

L’ultima notte in zona l’abbiamo trascorsa in questi cottage panoramici proprio sul porto di Grindavìk, con ampie vetrate per godersi la vista, una cucina privata sufficientemente attrezzata (mancano, però, olio e sale) e un comodo divanetto sul quale sedersi a guardare le luci del crepuscolo sul porto.

Prezzo leggermente sopra la media: 171€.

Costo totale per due giorni nella penisola di Reykjanes: 628€

Alloggi per tre notti: 397€

due ingressi alla Blue Lagoon: 100€

pasti fuori: 51€

spesa al supermercato: 26€

carburante: 48€

parcheggio al vulcano: 6€

il percorso