Se cercate un posto in cui fuggire al caldo durante l’inverno, abbastanza vicino da visitare avendo 7/10 giorni a disposizione, incredibilmente vario a livello di paesaggi e attività, vi consiglio di considerare un itinerario in Oman.

quando fare un itinerario in Oman
Il periodo migliore per visitare l’Oman è da ottobre ad aprile, quando le temperature sono sufficientemente miti per goderselo. Tuttavia, se non temete il caldo, a maggio e settembre potete trovare tariffe molto convenienti sia per quanto riguarda i voli che gli alloggi.
quanto dura un itinerario in Oman
L’ingresso senza visto prevede massimo quattordici giorni di permanenza, quindi, a meno che non abbiate davvero tanti giorni a disposizione, io starei sotto questa soglia. In sette/otto giorni si vedono le cose principali, se volete fare qualche giorno di mare a Salalah (sulla costa meridionale) ve ne servirà qualcuno in più.
documenti e vaccini necessari
Come detto, niente visto per meno di due settimane, ma solo passaporto con sei mesi di validità residua.
Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma se volete essere sicuri prenotate sempre una consulenza con il centro più vicino a voi.
come raggiungere l’Oman
Esistono voli diretti da Roma e Milano, ma in realtà noi abbiamo volato prima sugli Emirati e da qui abbiamo preso un volo estremamente economico per Muscat con la compagnia di Abu Dhabi, Etihad. La posizione dell’Oman, al confine estremo della penisola arabica, poi, ne fa un’ottima base per uno scalo di qualche giorno prima di proseguire con un volo intercontinentale verso India, sud-est asiatico o Australia. I collegamenti con le compagnie low cost non sono molti, ma noi al ritorno abbiamo volato con Pegasus, low cost turca, con scalo in un super caotico aeroporto di Istanbul (non so se consigliarla, intrattenimento nullo e servizio molto spartano, ma prezzo decisamente concorrenziale)
come muoversi lungo un itinerario in Oman
Noleggiare un’auto
Noi abbiamo noleggiato un’auto, soluzione che a me piace sempre molto, perché permette la giusta dose di autonomia. Non è richiesta la patente internazionale e le strade sono in ottime condizioni, quindi mi sento di consigliarlo. Fate solo attenzione a questa cosa:
noleggiare un 4×4 in Oman?
ci sono alcune strade percorribili solo con il 4×4 – principalmente la strada che porta nel deserto e le strade che conducono in montagna – ma in genere le strutture che prenotate nei luoghi accessibili solo con 4×4 offrono anche servizi di transfer, quindi se trovate delle offerte particolarmente economiche di auto “normali” potete anche considerare di aggiungere il costo per il transfer dove dovesse servirvi. Noi, per esempio, abbiamo trovato più economico fare così: abbiamo noleggiato una normale berlina con Europcar (480€ con copertura assicurativa totale) e abbiamo organizzato un transfer per il deserto (85€) e uno per la montagna (135€) per un totale di circa 700€, mentre i 4×4 che avevamo visto sui vari siti di autonoleggio erano tutti sopra i mille euro. Se, però, vi piace l’idea di fare l’esperienza di guida nel deserto o riuscite a trovare tariffe migliori, il 4×4 vi garantisce maggiore libertà.
muoversi con mezzi pubblici, taxi e driver
Non abbiamo visto molte linee di trasporto pubblico, ma la rete di taxi è abbastanza capillare e non è escluso che un taxi accetti di accompagnarvi da Muscat a destinazioni che distano anche oltre cento chilometri. Diversa è la questione driver, che senza dubbio trovate, eventualmente anche rivolgendovi ad agenzie locali – io posso consigliarvi di contattare Nicoletta Vittori, che ha anche un blog dedicato all’Oman.
sim e dati
Io ho fatto la solita e-sim con Airalo, come ormai faccio quasi sempre, spendendo poco più di venti euro per 10 giga. Le sim fisiche in aeroporto in questo caso non ci sono sembrate particolarmente convenienti (mia mamma ha speso la stessa cifra per 8giga) e Holafly invece costava, per nove giorni, che era il tempo totale del nostro viaggio, 34€. Se pensate di aver bisogno di giga illimitati è una buona soluzione, ma considerando che tutti gli alloggi avevano il wifi e che in giro ho usato i dati solo per navigatore, contattare qualche proprietario di casa e poche altre ricerche, 10 giga sono stati sufficienti. Con il codice GIULIA5020 avete 3€ di sconto per il vostro primo utilizzo.
Itinerario in Oman
le tappe in breve
giorno 0
arrivo e notte a Dibab
giorno 1
Bimmah Sinkhole
Wadi Shab
Notte a Ras al Jinz
giorno 2
Ras al Jinz
Deserto di Sharqiya e notte nel deserto
giorno 3
ripartenza dal deserto
forti di Jabreen e Bahla
notte sul Jebel Shams
giorno 4
Wadi Ghul Balcony Walk sul Jebel Shams
Al Hamra
Nizwa e notte a Nizwa
giorno 5
Nizwa
Muscat e notte a Muscat
giorno 6
Muscat
giorno 7
escursione alle isole Daymaniyat da Muscat
giorno 8
ripartenza
itinerario in Oman
le tappe nel dettaglio
giorno 1
Bimmah sinkhole
Se vi siete interessati all’Oman e avete pensato di organizzare un viaggio qui, vi sarà sicuramente passato davanti agli occhi questo suggestivo pozzo d’acqua cristallina scavato nella roccia calcarea. Il nome in arabo è decisamente più poetico: Hawiyyat Najm, letteralmente “il pozzo della stella”, perché una leggenda vuole che il buco si sia creato a seguito della caduta di un meteorite, mentre probabilmente è stato prodotto dalla progressiva erosione e poi dal collasso degli strati superficiali di roccia. Comunque sia andata, oggi è un luogo molto affascinante ed è il classico must-see in cui non spenderei troppo tempo, a meno che non vogliate farvi un bagno.
Il sito, gratuito, si raggiunge dal parcheggio in pochi minuti e tende per questo ad essere piuttosto affollato. Arrivate al mattino presto per godervelo senza folla. Anche nel pomeriggio potrebbe essere meno frequentato, ma il colore dell’acqua potrebbe risultare meno bello.
Wadi Shab
Dicevo, risparmiate un po’ di tempo al Bimmah Sinkhole per investirlo tutto in questo bellissimo percorso che attraversa un canyon – il wadi, appunto – una ventina di minuti più a sud. Tenete presente che per iniziare il percorso dovrete attraversare il fiume pagando 1rial (circa 2,5€) rigorosamente cash alle persone che guidano le barche che traghettano i turisti da un lato all’altro, ma le barche sono frequenti e non dovrete attendere a lungo. Calcolate circa tre o quattro ore per il sentiero.

Sul Wadi Shab, sui tempi di percorrenza e la difficoltà del percorso, su quali calzature sia meglio indossare e altre cose da sapere, trovate più info nell’articolo dedicato.
Dove dormire vicino al Wadi Shab
Noi abbiamo alloggiato una trentina di chilometri a nord del Wadi, a Dibab, in questa bellissima casa con piscina e una vista straordinaria sulle montagne. Siamo arrivati nel cuore della notte e ci abbiamo passato (troppo) poco tempo, ma è stata l’accoglienza perfetta in Oman, anche perché il proprietario, Yahya, è stato gentilissimo e super ospitale.
Sur
Lasciato il wadi e sulla strada per la nostra tappa successiva, ci siamo fermati nella cittadina costiera di Sur.
Mezbaan cafe n grill
Qui, dove abbiamo mangiato degli ottimi paratha sandwiches e shawarma da Mezbaan cafe n Grill, spendendo circa 2 rial (5€) a testa, abbiamo anche avuto il nostro primo incontro con l’usanza tutta omanita di ordinare cibo d’asporto direttamente dall’auto: le persone si avvicinano al locale, suonano il clacson, e i camerieri escono a portare il menu e il pos! Molti locali accanto al nostro – che aveva un unico tavolino all’aperto – non avevano neanche tavoli, ma solo vetrine!
Brew Oz Specialty Coffee
Sempre qui abbiamo scoperto un’altra passione degli Omaniti: la San Sebastian Cheesecake! Ne abbiamo prese due fette da portare via ed erano porzioni decisamente sufficienti per quattro.
Cos’altro fare a Sur
Vedere il tramonto dal faro di Al Ayjah
Vista privilegiata su tutta la baia con i suoi dhow, le imbarcazioni tradizionali, che galleggiano pigramente. Ideale al tramonto.
Visitare il cantiere-museo dei dhow
Un po’ cantiere, perché qui le barche vengono effettivamente costruite, un po’ museo, perché ci sono pannelli esplicativi e un piccolo negozio. Se volete saperne di più sull’imbarcazione tradizionale della penisola arabica, e magari osservarne la costruzione, questo è il posto giusto.
Ras Al Jinz Turtle Reserve
Arriviamo in serata al nostro alloggio. Ci troviamo sulla punta più orientale della penisola arabica, un luogo speciale perché viene scelto ogni anno da migliaia di tartarughe marine che vengono a deporre le proprie uova prima di partire alla volta del Mar Rosso, delle Maldive o persino dell’Australia.
Questo tratto di costa è diventato una riserva naturale nel 1996 e oggi i visitatori possono osservare il processo di nidificazione delle tartarughe grazie a dei turtle viewing tours messi a disposizione dal Ras Al Jinz Turtle Reserve Centre, uno serale e uno all’alba. Il tour è guidato e ci si muove in piccoli gruppi, al buio, con le sole luci rosse delle guide che permettono di vedere le tartarughe senza disturbarle o farle sentire minacciate.

Si può partecipare ai tour acquistando un classico biglietto – 12 OMR, circa 25€ – oppure alloggiando all’hotel della riserva. Una camera per due costa sui 180€ a notte con colazione e gli ospiti possono partecipare ad entrambi i tour, quello serale e quello del mattino, senza prenotazione in anticipo. Noi abbiamo scelto di dormire nelle camere dell’hotel della riserva e qui vi spiego meglio pro e contro e come funzionano i tour.
Cercate comunque di inserire questa tappa nel vostro tour dell’Oman perché, vi assicuro, è davvero emozionante vedere da vicino questi straordinari animali e anche ascoltare i racconti delle guide. Pensate che alla riserva “seguono” le tartarughe nei loro successivi spostamenti e così sanno che la maggior parte di loro torna ogni due/quattro anni a deporre le uova qui e anche se poi si allontanano di migliaia di chilometri tornano sempre nella spiaggia dove sono nate!
giorno 2
Dopo una emozionante alba sulla spiaggia, durante la quale abbiamo visto due tartarughe riprendere il mare dopo aver fatto il loro nido nella notte, e una ricca colazione in hotel, ci siamo rimessi in viaggio verso la nostra tappa successiva, con una piccola deviazione sul mare.
Al Khesah beach
Se volete fare qualche ora di mare sulla costa vicino Sur, questa spiaggia di acqua cristallina è perfetta. C’è un ampio parcheggio sterrato e una scala di cemento costruita a ridosso della scogliera vi porterà in spiaggia. Gli ultimi gradini, in realtà, sono crollati, quindi meglio avere scarpe chiuse e fare un po’ di attenzione, ma si tratta comunque di una discesa piuttosto agevole.
Wadi Bani Khalid
In alternativa, con un piccola deviazione sul percorso per la prossima meta, si può fare tappa in questo wadi noto per le sue acque tiepide. Rispetto al Wadi Shab dovrebbe essere molto agevole e altrettanto scenografico.
Deserto di Sharqiyah
Anche noto come Wahiba Sands, dal nome della tribù di beduini che lo abita, è il vasto deserto che si estende dai monti Hajar al mar arabico per circa duecento chilometri. È un deserto sabbioso, con dune di un bel colore intenso, nel quale vale assolutamente la pena trascorrere almeno una notte.

dove dormire nel deserto in Oman
Nel deserto omanita troverete strutture di qualunque tipo, dai campi tendati più spartani, con bagni in comune e servizi basici, a opzioni luxury con piscine e igloo di vetroresina. Ho scandagliato Booking e, soprattutto, Google Maps alla ricerca di una struttura che fosse abbastanza lontana dall’ingresso del deserto e che rappresentasse un buon compromesso in termini di comfort – essendo inverno preferivo un bagno privato, vicino alla stanza – e sostenibilità – la piscina nel deserto, per esempio, ho voluto evitarla – e ho trovato AdventurerCamp.
Ve ne parlo meglio in questo articolo dedicato.
giorno 3
ripartiamo abbastanza presto dal nostro campo nel deserto, il che ci permetterà di fare due soste sulla strada verso la prossima destinazione.
Jabreen castle
Il primo posto in cui ci fermiamo, ad un paio d’ore di strada da Al Wasil, è il forte di Jabreen. La Lonely Planet ne consiglia la visita “anche se a questo punto sarete stanchi di fortezze e simili”. Per noi, che non abbiamo ancora visitato Nizwa e Muscat, in realtà è il primo ed è una straordinaria scoperta: gli esterni color sabbia si inseriscono meravigliosamente nel paesaggio, una sorta di oasi di palme ai piedi delle montagne, e gli interni sono straordinariamente ben conservati.

Il forte era usato come centro di studi di teologia, astronomia e filosofia in tempo di pace, ma la sua architettura peculiare, con passaggi segreti e interni labirintici sembra pensata più per i periodi di guerra, in modo da garantire un riparo dai nemici.
Si paga un piccolo biglietto d’ingresso e si può visitare il forte in autonomia o con una guida. Sebbene possa essere interessante avere delle spiegazioni storiche più dettagliate rispetto a quello che si può trovare online, credo che il bello della visita a questo forte sia perdersi tra i livelli e le stanze comunicanti, proprio come avrebbe voluto l’imam che lo fece costruire. Calcolate un’ora abbondante per la visita.
Bahla Fort
A dieci minuti di distanza vale la pena visitare anche il forte di Bahla, patrimonio UNESCO. L’ingresso costa 4rial, ma con 5,5 si può vedere anche la vecchia moschea, una delle più antiche del paese. Il forte è diverso da quello di Jabreen, più una cittadina fortificata che un singolo edificio, ma anche qui la posizione tra le montagne rende il tutto particolarmente scenografico. Se vi capita, veniteci al tramonto, perché il forte è pieno di lucine e immagino possa essere molto suggestivo al calare del sole.
Proprio all’uscita della vecchia moschea c’è un bel locale con vista sul forte, Kmkan cafe, dove potete fermarvi a pranzare per un paio di rial a testa.
Jebel Shams
Dopo pranzo riprendiamo la strada per la prossima tappa. Trascorreremo la notte sulla montagna più alta dell’Oman, il Jebel Shams, la cui vetta supera i tremila metri. Due sono le escursioni che si possono fare qui: il sentiero che conduce alla vetta, con un dislivello piuttosto importante, che richiede dalle sei alle otto ore di cammino e il Wadi Ghul balcony walk, sentiero W6, un percorso panoramico che affaccia sul canyon, molto scenografico, a meno che non soffriate di vertigini
dormire sul Jebel Shams
Molti fanno quest’escursione in giornata, alloggiando a Nizwa, Bahla o Al Hamra. A me, però, piaceva l’idea di dormire una notte in montagna e fare il sentiero al mattino presto, prima dell’arrivo della maggior parte dei turisti. Il vantaggio è sicuramente quello di godersi la magia di questo luogo in solitudine, il rovescio della medaglia è che le strutture per dormire sono poche, quindi bisogna prenotare con un po’ di anticipo e non si trovano soluzioni low budget.
Noi abbiamo scelto il Sama Al Khutaim Heritage, che si trova nel minuscolo villaggio di Al Khytaim, proprio a due passi dall’inizio del sentiero. La scelta è ricaduta su questa struttura proprio per la vicinanza all’imbocco del sentiero, di cui vi parlo in modo più approfondito in questo articolo.
giorno 4
Dopo aver percorso il Wadi Ghul Balcony Walk, torniamo all’hotel dove ci aspetta il driver che ci riporterà ad Al Hamra. Tenete presente, infatti, che non si può raggiungere il Jebel Shams senza un 4×4, ma le strutture in genere offrono servizi di pick-up (noi l’abbiamo pagato 53 rial, circa 125€).
Ad Al Hamra pranziamo in un ristorantino molto semplice e di gran soddisfazione, a due passi dalla pompa di benzina dove abbiamo incontrato il nostro driver, l’Alhilal Mustadam Restaurant. Si mangiano ottimi piatti tipici, ma se volete il classico doner kebab dovete venire dopo le 15.
Bait al Safah
Nel cuore del quartiere storico di Al Hamra, con le sue case di fango e i palmeti, c’è una casa che è stata trasformata in museo. Si visitano le stanze originali della casa mentre delle guide spiegano usanze e tradizioni omanite e raccontano del destino di questo e di altri quartieri storici, che stanno andando incontro ad un analogo destino di spopolamento: le strade sono troppo strette, le case troppo vicine le une alle altre e le persone preferiscono trasferirsi in sobborghi nuovi con villette e parcheggi. Ho il sentore che presto queste zone diventeranno tutti luxury boutique hotels, ma ne riparleremo tra qualche anno.
Nizwa
Ci rimettiamo in macchina verso il luogo in cui passeremo la notte, la città che mi ha rubato il cuore, Nizwa. Se potete, fate in modo di essere qui giovedì e venerdì, per due ragioni: il venerdì mattina si tiene il tradizionale mercato del bestiame e il giovedì sera, prefestivo, la città è animatissima, con una straordinaria atmosfera di festa: non dimenticate di visitare il forte al tramonto, è letteralmente spettacolare.

In questo articolo approfondisco cosa vedere in città e vi do alcuni suggerimenti su dove mangiare. Per quanto riguarda l’alloggio, invece, noi abbiamo scelto questa casa nel cuore del centro storico a circa 200€ a notte per quattro persone. Gli interni sono curatissimi e il cortiletto esterno è super carino, c’è anche una piccola piscina che in altri periodi dell’anno è sicuramente graditissima e un parcheggio privato lungo la strada (anche se per arrivare si passa da vicoli abbastanza stretti, se avete un’auto molto ingombrante forse vi converrà lasciarla fuori dal centro storico). Il proprietario, tra l’altro, è stato super accogliente e ci ha regalato degli incensi e un bruciatore.
giorno 5
Dopo esserci svegliati presto per assistere al mercato del bestiame di Nizwa, imperdibile se passate di qui il venerdì, ed aver dedicato un’altra mezza giornata abbondante a questa meravigliosa città, riprendiamo la strada verso l’ultima tappa del nostro itinerario in Oman, la capitale, Muscat, che da Nizwa dista poco meno di un paio d’ore.
Muscat
A Muscat abbiamo trascorso le ultime tre notti del viaggio, alloggiando nel bellissimo appartamento di Sukoon, nel quartiere di Al Ghubrah.
dove alloggiare a Muscat
Muscat è una città molto estesa e i quartieri sono realtà abbastanza a sé stanti, con una propria identità e, soprattutto, una discreta distanza tra loro. Immaginatevi una Los Angeles mediorientale, insomma, sviluppata per lo più in orizzontale – una regola cittadina vieta infatti di costruire edifici più alti del minareto della moschea principale, che misura circa 92 metri – dove ci si muove prevalentemente in auto. Qualunque zona sceglierete per dormire, quindi, tenete presente che per raggiungere gli altri quartieri dovrete fare ogni volta almeno un quarto d’ora, venti minuti di viaggio. Questo significa, di fatto, che una zona vale l’altra.
Io ho scelto questo appartamento per il prezzo (350€ per tre notti per quattro persone), per i servizi – è ampio e ben fornito, con due bagni e parcheggio privato – e per la sua posizione: da qui, infatti, le cose che volevo visitare sono abbastanza equidistanti (cioè sempre a 15/20 minuti di auto).
giorno 6
Cosa vedere a Muscat in un paio di giorni, insieme a qualche consiglio gastronomico, ve lo racconto meglio qui.
giorno 7
L’ultimo giorno abbiamo fatto un’escursione alle isole Daymaniyat, una settantina di km a nord di Muscat. In questo articolo vi spiego come raggiungerle e con quale compagnia prenotare.
È arrivato il momento di ripartire, nel cuore della notte, con un po’ di magone all’idea di ritornare all’inverno italiano, ma con il cuore colmo di gratitudine per aver scoperto questo meraviglioso angolo di mondo. Se siete ancora indecisi su un itinerario in Oman, fidatevi, fareste bene ad organizzarlo quanto prima.
Se vi affascina questa porzione di mondo e vi piacciono gli on the road tra storia e natura vi consiglio anche la Giordania e l’Egitto.